GROSSETO – Negli ultimi giorni si assiste a un intenso dibattito sull’opportunità di coinvolgere le farmacie in “percorsi Covid”, legata all’esecuzione dei tamponi e alla possibilità di inserire le farmacie tra i punti vaccinali, per intensificare la campagna di vaccinazione su tutta la popolazione.
“Si tratta di possibilità previste da accordi stilati dalla Regione Toscana e da norme nazionali, non ultimo il decreto Sostegni, che deve essere ancora convertito in legge – dicono i presidenti grossetani dell’ordine degli infermieri, Nicola Draoli, e dei farmacisti, Elisa Petrucci – che possono aprire a nuove collaborazione nell’interesse dei cittadini”.
Una possibilità che ha aperto un animato dibattito, all’interno delle due categorie professionali, riguardo all’esercizio delle responsabilità professionali.
“Crediamo – sottolineano Draoli e Petrucci – che questo nuovo quadro normativo apra a interessanti collaborazioni, che possono essere utili per velocizzare l’uscita dalla pandemia. È necessario, però, creare dei sodalizi in modo che infermieri e farmacisti possano lavorare in équipe, dando vita a gruppi multiprofessionali che, ognuno per la propria parte, svolgano i compiti necessari alla diagnosi e alla prevenzione. Al di là delle nuove norme e possibilità crediamo, infatti, che il modello più funzionale sia quello del lavoro multiprofessionale in squadra. Del resto, la farmacia di servizi esiste da molto tempo e abbiamo potuto appurare che funziona meglio quando si creano collaborazioni a vantaggio dei cittadini”.
“Per questa ragione – aggiungono Draoli e Petrucci – i nostri ordini sono a disposizione di farmacisti e infermieri che vogliano attivare dei percorsi e delle collaborazione condivise: lavorando insieme, infatti, possiamo trovare soluzioni che aumentino i servizi per le persone e, allo stesso tempo, non snaturino le caratteristiche professionali delle due categorie”.
“Inoltre – concludono – attendiamo con fiducia la conversione in legge del decreto Sostegni, che prevede la possibilità, per la prima volta, di sollevare i dipendenti pubblici dagli obblighi di esclusività, in modo che gli infermieri possano, fuori dall’orario di lavoro, mettersi a disposizione delle farmacie per la campagna vaccinale”.