SCARLINO – La società Venator interviene sulla questione gessi rossi in Maremma.
“Venator è una società chimica leader, specializzata nello sviluppo e produzione di pigmenti di biossido di titanio e altri additivi dalle elevate performance – scrive la società in una nota -. L’attività di Venator è costantemente monitorata dagli Enti di controllo.
Venator, in Italia e in tutto il mondo, è impegnata nella tutela dell’ambiente e del territorio ed agisce nel costante rispetto delle normative vigenti in materia, come dimostrano le certificazioni ambientali EMAS ed ISO 14001, delle quali lo stabilimento di Scarlino è titolare da diversi anni e alle quali ha aderito volontariamente.
Venator sta investendo significativamente per garantire la sostenibilità del sito di Scarlino, anche grazie allo sviluppo di nuovi prodotti e a nuove opportunità di commercializzazione degli ecoprodotti, come la C02 per usi alimentari e il solfato di ferro utilizzato in numerose applicazioni chimiche e industriali.
Da molti anni Venator sta lavorando ad una serie di progetti che amplieranno gli usi del gesso che alla fine vedranno una riduzione della quantità di gesso rosso da utilizzare nella bonifica. In particolare, Venator sta collaborando con Ferro Duo, una società internazionale, specializzata in prodotti industriali, sottoprodotti e prodotti di scarto per creare un nuovo impianto di essiccazione e granulazione del gesso che creerà gesso adatto a diverse applicazioni industriali.
I “gessi rossi” originati dall’impianto di Scarlino sono specificamente individuati nell’Autorizzazione Integrata Ambientale e qualificati, ai sensi della normativa vigente, come “rifiuto speciale non pericoloso”. Tale classificazione consente il legittimo utilizzo dei gessi rossi per attività di recupero ambientale, operazione virtuosa che consente il recupero del materiale in linea con quanto richiesto dalla Normativa Europea sull’Economia Circolare ed auspicato anche in Italia per tutte le aziende.
Nella logica del recupero virtuoso del materiale e nell’ottica dell’economia circolare, il sito di Scarlino riutilizza circa 200mila tonnellate di marmettola nel produrre i gessi rossi, evitando che tale materiale, del tutto equivalente a quello di cava, finisca in discarica.
Il gesso rosso è adatto al ripristino ambientale, non costituisce alcun pericolo per la salute dell’uomo e non reca pregiudizio all’ambiente.
Le evidenze geologiche e i dati di pubblicati da ARPAT confermano che non c’è mai stato inquinamento causato dall’utilizzo dei gessi rossi nelle attività di ripristino ambientale realizzate a Montioni. Lo confermano tutti i dati contenuti negli atti pubblici dell’Ente di controllo: “I
monitoraggi delle acque sotterranee e superficiali svolti da ARPAT nel periodo 2005-2017, non hanno mai evidenziato variazioni significative rispetto ai criteri normativi adottati, in relazione alle attività di recupero dell’ex cava di quarzite con i gessi rossi”.
Inoltre, ARPAT afferma: “Le concentrazioni dei principali parametri determinati nelle acque sotterranee monitorate sono state confrontate con le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) e con i valori rilevati in fase ante-operam; sono stati inoltre valutati i trend, cioè gli andamenti statistici nel tempo delle concentrazioni, dei parametrici di interesse. […] Dalle analisi del gesso rosso svolte presso i Laboratori ARPAT, è risultato il rispetto dei limiti indicati nell’autorizzazione regionale, sia con riferimento alle CSC di cui alla tabella 1, colonna A, dell’allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. 152/06, sia, con riferimento al test di cessione, alle concentrazioni indicate dall’Allegato 3 del DM 05/02/1998 e s.m.i. […] Il gesso rosso campionato presso la Venator Italy Srl di Scarlino è risultato quindi conforme ai requisiti qualitativi richiesti dalla Determina Dirigenziale n. 2853 del 14/03/2017 per l’idoneità all’impiego nel recupero ambientale della ex cava di quarzite” (fonte Sito Arpat).
L’attività di Venator è dunque sempre stata rispettosa delle prescrizioni legislative. Riteniamo privo di qualunque fondamento l’ipotesi che il Legislatore emetta norme per consentire un inquinamento che, per quanto riguarda le attività di Venator a Montioni, non risulta dalle analisi
svolte dall’Ente di controllo”, conclude la società.