GROSSETO – «Con una nota in data 26 gennaio il PCI, a nome della segreteria regionale e dipartimento sanità, chiedeva comunicazioni in merito alle informazioni ricevute, alle notizie diffuse dalla stampa e alle esternazioni sui social dell’on. Federico Gelli, sulla somministrazione dei vaccini covid19» afferma la Federazione di Grosseto della segreteria PCI .
«In particolare veniva richiesto se oltre alla somministrazione a medici, infermieri e operatori sanitari e se parte dei vaccini fosse stato iniettato anche ad altre figure delle aziende sanitarie non impegnate in strutture e destinate allo svolgimento di attività amministrative o non rientranti nel target di soggetti a maggiore rischio di esposizione al virus».
«La nota chiudeva infine chiedendo se la somministrazione fosse stata eseguita anche a componenti della giunta e consiglio regionale precisando a tal fine il numero dei soggetti vaccinati» prosegue il Pci.
«La risposta della Regione arrivò in modo tempestivo il 27 gennaio con la quale ci veniva detto che sul portale web dedicato era possibile avere le informazioni in merito e rassicurando, nell’ultimo paragrafo, che la Regione Toscana si atteneva scrupolosamente e senza deroghe a quanto previsto nel Piano Strategico Nazionale elaborato dal Ministero della Salute».
«Per quanto invece atteneva alle somministrazioni ai componenti di giunta e consiglio non ci veniva fornita risposta. Purtroppo come PCI dobbiamo constatare a due mesi di distanza che le cose non stanno così».
«La Regione Toscana è ben al penultimo posto per le vaccinazioni di soggetti a rischio e ultraottantenni, lo dicono i giornali e lo dicono soprattutto le proteste degli interessati o dei loro familiari che non riescono ad accedere alle prenotazioni e per le quali si va, di volta in volta, a rinvii» continua.
«Sempre dai giornali viene la denuncia che in diversi sono i consiglieri regionali e gli assessori che lo hanno ricevuto pur trovandosi in condizioni che non rientrano proprio nei criteri previsti dal Piano strategico».
«Una vergogna» per il Pci che mette «in evidenza come il sistema sia più orientato a soddisfare le esigenze di lobby e raccomandazioni piuttosto che a seguire quelle logiche che dovrebbero proteggere quelle categorie più a rischio di contagio. Con un semplice “Non preoccuparti. Non è colpa tua”, migliaia di pazienti particolarmente fragili si sono visti rifiutare da un sistema inadeguato e impreparato la prenotazione».
«Eppure Giani si ostina a sostenere il fortino, rigettando anche le esplicite dichiarazioni di Draghi che accusano anche la Toscana di essere più Granducato autonomo, difendendo una bontà nell’agire pur in presenza di fatti che lo smentiscono clamorosamente e dimostrano a lui e ai cittadini quanto sia distante da quel mondo reale che è utile solo nel momento che produce consenso».