FOLLONICA – Tutti i consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, membri della Prima Commissione del Consiglio Comunale di Follonica, ovvero Charlie Lynn, Enrico Calossi, Massimo Di Giacinto, Sara Buttitta, e Giacomo Manni hanno presentato al sindaco Andrea Benini e alla presidente del Consiglio Francesca Stella la mozione “No tampon tax”, che sarà discussa nel consiglio successivo a quello di domani.
La mozione, come si può notare, è stata firmata da tutti i componenti della Prima Commissione – commenta il presidente Enrico Calossi -. Si trovano infatti le firme dei consiglieri della Lista Di Giacinto Sindaco, Partito Democratico e Follonica a Sinistra. Un bell’esempio di come l’unità di intenti, su questioni concrete come questa, si può realizzare”.
Di seguito il testo dell’atto.
Premesso che della questione del costo e della tassazione degli assorbenti si parla da diverso tempo, sia in Europa che in vari paesi del mondo: sia associazioni che movimenti si impegnano da tempo con proteste e proposte al fine di abolire o ridurre la cosiddetta “tampon tax”. Il principio è che ovviamente il ciclo mestruale non è una scelta, come non lo è il fatto di dover comprare assorbenti, ragion per cui applicare a questi prodotti l’aliquota fiscale massima è un paradosso.
L’IVA al 22 percento si applica a mobili, trattamenti di bellezza, apparecchi informatici, abbigliamento, acqua minerale in bottiglia ed elettrodomestici — ma anche a pannolini per bambini, pannoloni, carta igienica e assorbenti. Un’aliquota inferiore, al dieci percento, viene applicata tra gli altri a carni, yogurt, conserve vegetali, medicinali, ristoranti, bar e alberghi, gas ed energia elettrica non per usi industriali. E infine, all’aliquota al 4 percento corrispondono beni essenziali come generi alimentari di prima necessità (tra i quali pane, farina, pasta, latte fresco, riso), giornali, periodici, libri, apparecchi ortopedici, protesi dentarie, occhiali da vista.
In sede di Prima Commissione Consiliare di Follonica è stata accolta con favore la proposta del consigliere Charlie Lynn di prevedere scontistiche riguardanti la diminuzione dell’IVA sui prodotti quali assorbenti e similari.
Considerato che esistono tre aliquote IVA in vigore in Italia:
4 per cento (aliquota minima), applicata ad esempio alle vendite di generi di prima necessità (alimentari, stampa quotidiana o periodica, ecc.);
10 per cento (aliquota ridotta), applicata ai servizi turistici (alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici), a determinati prodotti alimentari e particolari operazioni di recupero edilizio;
22 per cento (aliquota ordinaria), da applicare in tutti i casi in cui la normativa non prevede una delle due aliquote precedenti.
L’imposta dell’IVA al 22% grava sui prezzi degli assorbenti, considerati al pari di altri beni ordinari. Un bene di lusso come una bottiglia di superalcolico ha la stessa iva, per intenderci. Avere il ciclo non è un lusso né tantomeno una scelta e gli assorbenti sono una necessità per ogni donna.
Evidenziato che:
in previsione dell’8 marzo è stata lanciata la petizione “Stop Tampon Tax! il ciclo non è un lusso” sulla piattaforma Change.org promossa dall’associazione “Onde Rosa” per tagliare l’lva sugli assorbenti;
alcuni catene di distribuzione hanno lanciato campagne di sensibilizzazione sul tema, per ultima Coop Unitirreno che con la campagna “Close the Gap – riduciamo le differenze” ha promosso l’abbassamento dal 6 al 13 marzo dell’aliquota Iva al 4% su una special edition degli assorbenti “Vivi Verde Coop;
in molti comuni toscani, da San Miniato a Pontassieve, passando da Guardistallo, sono state approvati dichiarazioni e progetti finalizzati alla riduzione dell’lva sugli assorbenti;
in alcuni paesi europei e non i prodotti sanitari femminili non costano quanto in Italia, ma sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione, come le studentesse. Ad esempio le studentesse di scuole medie, superiori e università di tutta la Scozia hanno assorbenti e altri prodotti sanitari femminili di prima necessità gratuitamente, all’interno di un programma da 5,2 milioni di sterline per combattere la “povertà mestruale”;
nel resto d’Europa non mancano altri casi virtuosi: in Francia, ad esempio, la tampon tax è stata ridotta nel dicembre 2015 passando dal 20 al 5,5 percento. In Belgio è passata dal 21 al 6 percento nel 2018, mentre nei Paesi Bassi era già al 6 percento;
è del 2000 la decisione del governo britannico di ridurre drasticamente la tassazione sui prodotti per l’igiene femminile dal 20 al 5 percento. L’Irlanda non applica alcuna sovra-tassa agli assorbenti, nonostante una normativa UE successiva alla decisione irlandese imponga la tassazione ridotta (ma non nulla) sui prodotti igienico-sanitari;
guardando il resto del mondo, il Canada ha abolito la tassazione nel 2015, a seguito di una petizione presentata al governo. La stessa cosa è accaduta nello stato di New York nel 2016 e in Australia dove da ottobre 2018, si è passati da un’imposta del 10 percento all’eliminazione della tassa, in seguito a 18 anni di proteste. Negli altri stati USA, le imposizioni fiscali sui prodotti per le mestruazioni variano, ma negli anni recenti anche Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Jersey e Pennsylvania hanno abolito la tampon tax;
il Kenya ha diminuito la tassazione sin dal 2004 per ridurre il prezzo finale alle consumatrici e, dal 2011, ha attuato un progetto in collaborazione con ZanaAfrica per distribuire gratuitamente assorbenti nelle scuole. Dopo accese proteste e manifestazioni, anche in India, da luglio 2018, la tassazione del 12 percento sugli assorbenti è stata completamente abolita.
considerato inoltre che si stima che in Italia le donne che ogni mese si recano al supermercato per comprare assorbenti siano 21 milioni. Ogni anno in Italia vengono venduti 2.6 miliardi di salviette igieniche, con l’lva al 22%. Ogni donna, dal menarca alla menopausa, escludendo le eventuali gravidanze, ha circa 520 cicli mestruali e consuma almeno 12 mila assorbenti. I prezzi allo scaffale so media una confezione da 14 salviette igieniche costa 4 euro, e spesso ne servono due. Calcolando che per tredici cicli l’anno vengano spesi, fra assorbenti esterni e interni circa 126 euro, di questi 22,88 euro vanno allo Stato come imposta sul valore aggiunto. La stessa Iva è applicata anche alle più durevoli mooncup, ancora poco diffuse e vendute in un milione di pezzi;
una riduzione dell’aliquota farebbe comodo alle famiglie monoreddito, e soprattutto darebbe anche l’idea di uno Stato civile che ha sensibilità verso il mondo femminile,
Il Consiglio Comunale di Follonica impegna il sindaco e la Giunta ad inviare questo documento alla giunta della Regione Toscana e al governo nazionale dando indicazione di agire ai due livelli amministrativi per approvare una normativa adatto al fine di stabilire la riduzione dell’Iva sugli assorbenti, pannolini e pannoloni;
a dare mandato alle Farmacie Comunali di predisporre un progetto sperimentale che preveda un minor margine di guadagno sugli assorbenti e mooncup in vendita presso le filiali in favore del risparmio delle utenti così da dare la garanzia di poter acquistare questi beni primari a un prezzo congruo.