PIOMBINO – A seguito degli interventi di riprofilatura dell’arenile della Costa est eseguito nelle stagioni estive 2019 e 2020, il Comune di Piombino, insieme a tutti i soggetti interessati, ha avviato un tavolo per studiare soluzioni al problema erosivo che interessa le coste del Comune.
“Il fenomeno erosivo purtroppo è una forte minaccia per la costa piombinese, specie nel tratto del Golfo di Follonica così come per l’intera costa Toscana – commenta il vicesindaco Giuliano Parodi – e la tendenza è quella di un incremento delle problematiche connesse a questo tipo di dissesto che confliggono duramente con il turismo balneare e il comparto economico che ne deriva. A questo quadro di difficoltà è però possibile fare fronte con interventi strutturali potenzialmente concretizzabili nel breve periodo, a cui stiamo lavorando da alcuni mesi con tutti i soggetti interessati, istituzionali e privati, in un tavolo di progettazione condivisa, che riguardano non solo la Costa Est, ma anche il Golfo di Baratti e la nostra costa urbana”.
Le azioni in programma sono molteplici e diversificate: da un lato il rapido completamento del percorso progettuale relativo al tratto che dal confine con Follonica raggiunge Torre Mozza, in modo che a breve sia possibile realizzare i lavori, dall’altro avviare un confronto con la Regione Toscana, istituzione competente per legge, per ampliare il progetto di rafforzamento della beach rock o posizionamento di barriere soffolte, almeno nelle zone a maggior rischio, fino a Perelli.
“Contestualmente, stiamo lavorando per verificare se le sabbie del prodotte dai lavori per il porto della Chiusa – continua Parodi – possano essere utilizzate per realizzare un cospicuo ripascimento dell’intera costa est. Si tratta di qualche centinaio di migliaia di metri cubi (miglia o metri cubi?) di sabbie già caratterizzate che potrebbero essere spostate verso tratti costieri dove arenile e duna sono sottoposte ad un marcato processo erosivo. Per questo aspetto stiamo attendendo le conclusioni di uno studio di prefattibilità sia sul fronte normativo che sul piano della cantierizzazione e, in ultimo, sull’aspetto economico. I primi risultati sulla compatibilità e le soluzioni tecniche per avviare l’intervento ci fanno ben sperare. Sarebbe un primo concreto esempio di economia circolare: le sabbie pregiate scavate per realizzare il porto della Chiusa non utilizzate per riempimenti ma per ricostruire e rafforzare il litorale, abbinate ad una serie di interventi a mare a protezione della costa, così che il ripascimento possa diventare stabile nel tempo”.
E’ opportuno avviare una valutazione di fattibilità anche per quanto attiene le sabbie presenti nel porto dell’Enel dove è presente una quantità significativa di sabbie per le quali però, ad oggi, non sono disponibili elementi di caratterizzazione.
“Il problema è certamente cogente – conclude Parodi – e, purtroppo, non ci sono soluzioni rapide, risolutive e a basso costo da mettere in campo. Il dialogo con tutti i soggetti interessati, le istituzioni e uffici regionali potrà permettere di implementare un percorso virtuoso capace di realizzare passo, passo tutti gli interventi sopracitati. La transizione verso un’industria del turismo nel nostro territorio è possibile cominciando in maniera ecologica e sostenibile ad infrastrutturare e potenziare le nostre coste. Questa filosofia l’abbiamo anche declinata nel nuovo Piano Strutturale che crea le basi concrete per lo sviluppo di una reale “economia del mare” sotto ogni aspetto”.