GROSSETO – La data del 21 marzo (solitamente inizio della primavera, anche se quest’anno è iniziata il 20) è stata individuata dal 2012 come Giornata internazionale delle foreste, istituita dall’Assemblea generale Onu.
«Questi ambienti, se ben gestiti e non distrutti come purtroppo sta accadendo in varie parti del mondo, potranno svolgere un ruolo fondamentale anche per il raggiungimento dei due obiettivi di carattere ambientale che l’Unione Europea si è prefissati, vale a dire da una parte il contrasto al riscaldamento climatico e dall’altra la tutela della biodiversità» afferma Luca Passalacqua presidente dell’associazione WWF della provincia di Grosseto.
«Una forma particolare e di origine artificiale di “foreste” è data dal verde pubblico urbano, che riesce a svolgere comunque le due funzioni citate sopra e, nelle città, contribuisce anche all’eliminazione di inquinanti a livello locale. Purtroppo, ci stanno arrivando sempre più segnalazioni, da numerosi Comuni della Provincia, relative a modalità di manutenzione del verde urbano molto lontane da quelle che si possono definire “corrette”».
«Troppo spesso, capitozzature ed altri interventi simili sembrano fatti con lo scopo di fare legna, anziché con quello di conservare le alberature; spesso le piante vengono private di tutti o quasi i rami, compromettendone nell’immediato la possibilità di svolgere efficacemente la funzione clorofilliana (azzerando così il contributo all’eliminazione della CO2 dall’atmosfera) e costringendole in futuro a produrre numerosi nuovi getti, in misura maggiore a quelli di una pianta potata correttamente, aumentando così anche i costi futuri della manutenzione, senza contare l’azione di parassiti che possono colpire più facilmente le piante già così pesantemente danneggiate» prosegue il Wwf.
«L’ipotesi del “fare legna”, tra l’altro, non si può considerare troppo fuori della realtà, dato che alcuni Comuni, pressati dalle esigenze di bilancio, conferiscono incarichi per la manutenzione del verde pubblico a ditte che, come compenso totale o parziale, acquisiscono gli scarti di potatura (utilizzabili ad esempio in impianti a biomasse)».
«Probabilmente anche per questo il Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 63 del 10 Marzo 2020 sui “Criteri ambientali minimi (CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, prevede da un lato il divieto delle capitozzature e dall’altro anche i criteri minimi per la scelta delle ditte che possono occuparsi della manutenzione del verde pubblico. Auspichiamo che i contenuti del citato Decreto ministeriale siano assunti all’interno dei regolamenti comunali, a partire dai Piani Operativi Comunali che saranno via via approvati, e che le forme di manutenzione del verde di maggiore impatto sulle condizioni delle piante siano definitivamente abbandonate in tutte le aree urbane della nostra Provincia e non solo».