FIRENZE – “Le modifiche alla Legge Regionale 80 del 2020 hanno comportato un sostanziale blocco degli interventi di demolizione e di trasferimento di volumetrie all’interno della stessa proprietà per essere destinati ad attività agrituristica. Prima di presentare una specifica proposta di legge in merito, dopo un confronto con gli uffici tecnici del consiglio regionale, ho presentato un’interrogazione alla giunta regionale per capire se, sul piano politico oltre che tecnico, quello che può sembrare un caso sfuggito nella stesura della norma, non sia il reale obiettivo della legge”.
Il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi interroga la giunta su un tema che sta creando più di un problema nella campagne toscane e grossetane.
“Non voglio andare contro le norme urbanistiche e di tutela del paesaggio, ma semplicemente ragionare di un miglior riuso dell’esistente. Il problema è di natura diversa – afferma il consigliere -. Si tratta di un riutilizzo di vecchi fabbricati che si trovano all’interno di una proprietà che, di fronte ad un investimento in ambito agrituristico, prevedeva l’abbattimento dei vecchi volumi, dunque già esistenti, e li si spostavano, magari vicino alla casa colonica in modo che la struttura fosse funzionale alla nuova attività. Con la revisione della norma il riuso deve essere in loco. Spesso si tratta di vecchi ovili o stalle, magari lontane centinaia di metri dal corpo centrale, la cui funzionalità di un recupero sarebbe così compromessa. Il rischio è che l’imprenditore agricolo rinunci al riutilizzo e che, dunque, la struttura resti abbandonata, in alcuni casi cadente o, peggio, con materiali vecchi e pericolosi ancora presenti, tipo il tetto in eternit. A chi giova una norma così? Probabilmente a nessuno, neppure alla tutela paesaggistica”.
“Chiedo al governo regionale – spiega Ulmi- se condivide, come auspico, la necessità di una nuova modifica della normativa in oggetto, per consentire ai proprietari di agriturismi di prevedere interventi di ristrutturazione urbanistica, così come regolata dalla Legge Regionale 65/2014 e successive modifiche, nel rispetto degli strumenti urbanistici comunali e degli atti di governo del territorio. Domando anche che azioni intende assumere la giunta per conciliare le necessarie tutele per evitare speculazioni edilizie in ambito agricolo, con le legittime richieste avanzate dagli operatori del settore che chiedono la possibilità di poter effettuare interventi di ristrutturazione urbanistica nell’ambito della stessa azienda, dunque all’interno dello stesso comune”.
“Se condivide la necessità di un intervento normativo finalizzato a prevedere anche interventi di ristrutturazione urbanistica per aziende che hanno volumi dislocati in diversi comuni confinanti, prevedendo, nel caso, limiti in termini di percentuale massima della volumetria aziendale. Una volta ricevute le risposte valuteremo le azioni da intraprendere consapevoli che la politica ha il dovere di creare le migliori condizioni affinché le imprese possano riprendere a lavorare in serenità e nella legalità”, conclude.