GROSSETO – “Il territorio deve percepire la vicinanza delle istituzioni e anche per questo sono felice di essere qui oggi in un’azienda di grande rilievo per la Maremma e per la Toscana tutta”.
Così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi durante la visita che ha fatto nei locali del Caseificio Sociale di Manciano, una delle realtà più importanti di Manciano (GR) dopo le terme di Saturnia, al quale sono connesse circa 230 aziende agricole.
“Queste visite sono per me l’occasione anche di conoscere di persona come vengono impiegati i fondi del PSR – ha proseguito Saccardi – e toccare con mano i progressi che i nostri imprenditori fanno fare alla Toscana della qualità e della sostenibilità, azioni fondamentali che proiettano i nostri territori nel futuro dell’eccellenza, dove è giusto che si collochino”.
“La Regione Toscana – ha aggiunto la consigliera regionale Donatella Spadi, presente anche lei alla visita – grazie al lavoro dell’assessore Saccardi sta già lavorando per dare nuovo respiro al settore agricolo. Nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale ci saranno nuovi fondi mirati agli allevamenti che, con le aziende agricole, sono un esempio concreto di come lavorare con l’ambiente generi sostenibilità ed economia circolare”.
Grazie ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 il Caseificio ha infatti realizzato e allestito di fianco ai locali che ospitano l’allevamento suino, un sistema di trattamento reflui della trasformazione che comprendono acque di lavaggio dei formaggi e liquami provenienti dai suini.
Fondato nel 1961, il Caseificio Sociale di Manciano è stato tra i primi ad aderire al Consorzio tutela Pecorino Toscano, nato nel febbraio 1985, a credere nella produzione di questo formaggio e nella certificazione di qualità.
La visita odierna della vicepresidente Saccardi è arrivata quasi al termine del percorso di ristori che la Regione Toscana ha avviato a favore degli allevatori ovicaprini penalizzati dalla perdita di fatturato a causa dell’emergenza Covid. La Regione ha già pagato il 90% degli aiuti per i quali nel 2020 sono stati stanziati 1,5 milioni di euro di fondi regionali. Nel complesso sono stati “ristorati” 700 allevatori, per un totale di 246.000 capi.