MONTE ARGENTARIO – Un raro esemplare di delfino della specie grampo (Grampus griseus), una femmina adulta della lunghezza di circa 3 metri e del peso di 200 chili, si è spiaggiata il 9 marzo scorso in località la Giannella (Monte Argentario).
L’esemplare era già stato avvistato in difficoltà il giorno precedente, lunedì 8 marzo, dalla Capitaneria di Porto di Orbetello, che prontamente aveva allertato il Settore Mare di Arpat per l’attivazione della rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (Otb) della Regione Toscana.
Dopo una ricognizione con i soggetti presenti sul territorio, la Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco e i volontari dell’Associazione Accademia Mare Ambiente a.s.d. erano quindi intervenuti per tentare di salvare il delfino ancora vivo e fargli riprendere il largo.
Le immagini del video curato da Alessandro Tommasi dell’Associazione Accademia Mare Ambiente testimoniano l’impegno profuso, nella giornata di lunedì 8 marzo, per riportare a largo l’esemplare di Grampo Grigio che nuotava nelle acque basse nei pressi del ristorante “La Goletta”.
“L’animale appariva prostrato ma non mostrava ferite recenti – spiegano dall’associazione – ed era visibile soltanto una vecchia ferita rimarginata sul dorso tra la pinna dorsale ed il peduncolo caudale. Numerose le abrasioni tipiche della specie che fanno pensare ad un esemplare adulto anche in funzione sia della lunghezza che della presenza di numerose pennelle (Pennella filosa) parassiti tipici dei grandi animali pelagici”.
Grazie al prezioso intervento di una squadra di Vigili del Fuoco, specifica l’Associazione Accademia Mare Ambiente, “si sono effettuati numerosi tentativi per far riprendere il largo all’animale con l’ausilio di una moto d’acqua e di una barella per il soccorso”.
In questi casi, precisano ancora i volontari dell’Associazione, “è piuttosto difficile una positiva evoluzione tuttavia questo meraviglioso e misterioso cetaceo lunedì 8 marzo aveva ripreso il largo”.
Purtroppo nella giornata successiva, martedì 9 marzo, il delfino è stato ritrovato spiaggiato senza vita, sempre in località la Giannella e recuperato dai biologi dell’Università di Siena che l’hanno trasportato a Livorno per eseguire l’analisi della carcassa con i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (Izslt), sede di Pisa, i biologi del Settore Mare di Arpat ed il personale del Museo di Storia Naturale Università di Pisa a Calci.
E’ stata quindi effettuata una necroscopia dell’esemplare a cura di Izslt, sono stati campionati tutti gli organi e tessuti per analisi patologiche, parassitologiche, virologiche, batteriologiche ed anche per l’esame biotossicologico per la ricerca di contaminanti specifici quali Ppcb, mercurio e pesticidi da parte dell’Università di Siena; gli operatori del settore Mare di Arpat eseguiranno invece l’analisi del contenuto stomacale per lo studio della dieta e la ricerca di eventuale marine litter, soprattutto plastiche. Lo scheletro intero sarà recuperato dal Museo di Calci dell’Università di Pisa.
“Sarà possibile fare alcune ipotesi sulle cause di morte dell’animale analizzato solo quando saranno pronti i risultati degli esami eseguiti dai veterinari, che richiederanno alcune settimane”, spiegano da Arpat.
“Questo cetaceo è regolarmente presente nei nostri mari ma è insolito che si avvicini alla costa perché predilige le acque profonde dove si immerge fino a 1000 m alla ricerca di molluschi cefalopodi – proseguono da Arpat -. Dal 1986 ad oggi sono stati registrati solo 18 eventi di spiaggiamenti di questa specie in Toscana; più recentemente ricordiamo due animali nel 2012, uno nel 2013 e uno nel 2015”.
“Da ottobre 2020 ai primi mesi dell’anno corrente sono stati recuperati lungo le coste Toscane numerosi cetacei spiaggiati appartenenti prevalentemente alla specie stenella striata e al tursiope mentre l’ultimo esemplare di delfino spiaggiato e recuperato della specie grampo (Grampus griseus) risale al 2015 e complessivamente nel periodo 2008 – 2019 sono stati recuperati 4 esemplari di questa specie”, concludono da Arpat.
Foto di Arpat.