GROSSETO – «La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge sui prodotti a Km0 della Regione Toscana impone un nuovo corso che porti alla scrittura di un provvedimento essenziale per la corretta alimentazione, quando più di 1 mamma su 4 (26%) valuta negativamente i pasti serviti nelle mense scolastiche». E’ quanto chiede Coldiretti Toscana, dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale degli artt. 2, 3 e 4 della legge della Regione Toscana 10/12/2019, n. 75 (Norme per incentivare l’introduzione dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta nelle mense scolastiche)».
«Si stima che in Toscana vengano consumati 78mila pasti all’anno nelle mense scolastiche per oltre 520.000 bambini e ragazzi, di età compresa tra 0 e 19 anni, potenzialmente interessati dalla ristorazione scolastica. Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, è necessario che siano privilegiati negli appalti delle mense scolastiche i prodotti a km0 a ridotto impatto ambientale e provenienti da filiera corta, cioè che abbiano viaggiato poco e abbiano subito pochi passaggi commerciali prima di arrivare alla cucina o alla tavola. Ciò consente anche di ridurre i troppi passaggi intermedi dietro i quali è più elevato il rischio di frodi e sofisticazioni», afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.
«Promuovere il consumo di prodotti a chilometri zero è un segnale di attenzione – insiste il presidente Filippi – al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale. Si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi causata dal Coronavirus, con la crescita dei mercati contadini che in Italia sono diventati non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà», conclude il presidente Filippi.