GROSSETO – “Nella seduta odierna il Consiglio comunale ha adottato il nuovo Piano di Protezione civile che va a modificare in modo radicale quello approvato nel 2019, decretandone la totale inadeguatezza e inducendo tutte le forze di opposizione a chiedere l’istituzione di una Commissione di indagine per fare chiarezza sugli errori, le omissioni e le responsabilità che gettarono la città nel caos in occasione della piena dell’Ombrone del 17 novembre 2019”, scrivono, in una nota, i capigruppo delle minoranza Carlo De Martis (Lista Mascagni Sindaco), Lorenzo Mascagni (Pd), Gianluigi Perruzza (M5s), Rinaldo Carlicchi (Italia Viva).
“Perché in base ai criteri validati dal nuovo Piano di protezione civile – prosegue l’opposizione – quel giorno nessuna evacuazione avrebbe dovuto essere disposta.
Di quella evacuazione tutti rammentiamo la drammaticità, avendo interessato la metà della popolazione per una decisione del Sindaco il quale, nel frattempo, su Facebook macinava visualizzazioni dei suoi video con i quali allarmava la cittadinanza raccontando di una situazione “al limite dell’apocalisse”.
Il Piano di protezione civile 2019 prevedeva infatti l’evacuazione al raggiungimento del livello di 6,50 metri all’idrometro del Berrettino, ed è così che il 17 novembre 2019, raggiunta tale quota, il Sindaco dispose l’evacuazione.
In realtà le cose stavano in modo assai diverso. Era infatti noto che gli interventi di messa in sicurezza degli argini realizzati dal Genio civile negli ultimi anni avevano escluso che a tale livello potessero esserci rischi di rottura e tracimazione, come oggi confermato dal nuovo Piano di Protezione civile.
Ebbene, nel corso della IV Commissione consiliare tenutasi lo scorso primo marzo l’assessore alla Protezione civile ha affermato che “lo sapevamo ma per sentito dire”, accusando la Regione Toscana di non aver fornito la documentazione attestante tali interventi.
Quelle dell’assessore sono accuse gravi sulle quali deve essere fatta piena luce, così come dovrà essere fatta chiarezza sul perché l’Assessore alla Protezione civile, nonostante fosse a conoscenza di quegli interventi, non abbia disposto alcuna verifica.
Come è possibile, ci domandiamo, che nessuno abbia inteso approfondire la questione nel corso del procedimento di elaborazione del Piano di protezione civile, che si svolge in un lasso di molti mesi coinvolgendo numerosi enti?
Ma non è tutto. Lo stesso assessore ha ammesso che le carenze del vecchio Piano fossero da imputarsi anche ad un problema di risorse, che aveva impedito al suo settore di dotarsi di professionalità adeguate.
Le risorse necessarie – peraltro stiamo parlando di neppure 20mila euro – sono state infatti trovate solo con grandissimo ritardo, nel luglio 2020, quando è stato incaricato un consulente esterno della redazione del nuovo Piano di Protezione civile, dopo che nel Consiglio comunale del 27 novembre 2019 le proteste dell’opposizione avevano indotto l’Assessore alla Protezione civile a ritirare il precedente Piano e disporne la revisione.
Come è possibile, ci domandiamo ancora, che la Giunta abbia negato per anni le risorse per dotare il nostro Comune di un Piano di protezione civile realmente in grado di proteggere noi cittadini?
Sono tutti interrogativi che dovranno trovare risposta nell’interesse della nostra comunità, e confidiamo pertanto che la nostra proposta di istituire una Commissione d’indagine potrà trovare il consenso anche dei consiglieri di maggioranza.