FIRENZE – “C’è spazio per una soluzione che sia tecnicamente sostenibile nel rispetto del paesaggio”, dicono dalla Regione in merito alla questione dei gessi rossi in Maremma.
La scorsa settimana, giovedì 4 marzo, si è svolta la conferenza dei servizi del progetto “Pietratonda”, che prevede il ripristino della ex miniera situata nel comune di Campagnatico con l’utilizzo dei cosiddetti gessi rossi da parte dell’azienda Venator di Scarlino. La procedura si è conclusa con il preavviso di diniego dell’autorizzazione.
Ma all’indomani della chiusura del procedimento l’azienda si è dichiarata disponibile a ricercare soluzioni in grado di superare le obiezioni poste dalla Soprintendenza e dal Comune di Campagnatico per ricostruire l’ambiente dopo lo sfruttamento e l’abbandono della miniera. Tutti gli altri impatti sull’ambiente messi sotto osservazione, sia chimici che fisici, sono infatti stati giudicati compatibili. Da qui gli spazi per arrivare ad un esito positivo.
“Incoraggiamo una soluzione che sia anche condivisa con il territorio – commentano l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni e l’assessore all’economia Leonardo Marras – una soluzione che rispetti i vincoli del paesaggio e dell’ambiente e che permetta così a Venator di programmare ulteriori investimenti sul sito di Scarlino e di mantenere alti i livelli occupazionali di quell’area produttiva”.
“Si ricerchino, nel frattempo – proseguono – , anche soluzioni alternative per lo stoccaggio. È una pratica ancora indispensabile per le grandi quantità di gessi rossi che l’impianto di Scarlino a tutt’oggi produce. Tuttavia, la strada maestra da seguire è quella della ricerca di applicazioni industriali di riuso e riciclo dei gessi rossi finalizzati ad altre lavorazioni affinché diventino, finalmente, un’opportunità anziché un problema”.
“Per questo – concludono – invitiamo Venator a sottoscrivere presto insieme a noi il protocollo per l’economia circolare già approvato e ad avanzare senza esitazione in quella direzione”.