GROSSETO – Dieci giorni di tempo, per portare altro materiale ad avvalorare le proposte dell’azienda Accornero-Veantor in merito alla scelta di stoccare i Gessi rossi nella cava di Pietratonda. Si è conclusa così la conferenza dei servizi che si è tenuta ieri, con un preavviso di diniego.
Sembra che, più che un problema ambientale, ci sia un problema paesaggistico, ossia il progetto prevederebbe, al termine del ripristino, una collina più alta di quella che era presente in principio.
E sa da parte dei sindaci ci sarebbe una piccola apertura, il presidente della Provincia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha scritto al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per chiedere di individuare una nuova soluzione per lo stoccaggio dei gessi rossi prodotti da Venator nel ciclo di lavorazione del biossido di titanio.
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Vivarelli Colonna ribadisce di non avere competenze al riguardo, ma anche come «l’attività aziendale sia fondamentale per l’economia maremmana, così come lo sono i posti di lavoro».
Quanto prodotto da Venator «viene venduto in 110 paesi, con un fatturato per l’impianto di Scarlino di 300 milioni di euro annui e di oltre 2 miliardi di dollari per l’intero gruppo. Tanti sono inoltre gli investimenti sulle strutture, con massima attenzione all’impianto ambientale».
«È indispensabile quindi, anche a seguito dell’esito della conferenza dei servizi di ieri, riuscire ad uscire da questa situazione di stalloe individuare un sito idoneo per lo stoccaggio dei gessi rossi».