AMIATA – Nasce il Coordinamento delle associazioni e degli enti interessati allo sviluppo turistico e alla conservazione dei siti ex Minerari amiatini. Dovrà essere fucina di iniziative comuni per tutta l’Amiata e “pungolo” per gli enti locali e per il Parco Nazionale sui temi minerari.
Con una serie di incontri, a cavallo tra 2019 e 2020 e quindi, dopo la pausa per la pandemia, in modalità protetta negli scorsi giorni, ha preso corpo, in maniera del tutto informale, un laboratorio permanente delle associazioni e dei soggetti interessati alla conservazione e allo sviluppo in senso turistico dei numerosi siti minerari amiatini. Esso si presenta come uno “ spazio aperto” dove chiunque sia interessato a dare un contributo è ben accetto.
Partendo dalla rilevanza sociale che le miniere hanno rappresentato per l’Amiata, il Coordinamento si pone l’obiettivo di valorizzare ciò che rimane di questa storia, incrementando le attività didattiche che coinvolgono le nuove generazioni ma attraendo sempre più anche visitatori e appassionati nel nostro comprensorio, proprio sfruttandone al meglio le importanti realtà di archeologia industriale.
Il principale soggetto, istituito proprio con finalità di tutela e promozione, è sicuramente il Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, nato nel febbraio 2002, che comprende i comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano e Semproniano per la Provincia di Grosseto ed Abbadia San Salvatore, Castiglione d’ Orcia, Piancastagnaio e Radicofani per la Provincia di Siena.
“Purtroppo al momento il Parco è pressoché paralizzato per vari motivi – spiegano dal Coordinamento – e nei suoi 19 anni di attività non è riuscito a produrre il “Master Plan per la valorizzazione del paesaggio minerario”, strumento base per la tutela dei siti di archeologia industriale di propria pertinenza. Ad oggi molti dei 27 siti individuati inizialmente versano in stato di abbandono e appaiono sempre più difficilmente recuperabili.
Come coordinamento vogliamo porre l’attenzione su questo tema, sollecitare le istituzioni locali e nazionali affinché si crei una struttura Parco efficiente ed efficace che possa esprimere concretamente e compiutamente le prerogative del Parco Nazionale: la valorizzazione e la conservazione delle emergenze di archeologia industriale mineraria.
Il punto di partenza dovrebbe essere finalmente la stesura delle linee-guida di conservazione e valorizzazione e la nomina di rappresentanti legati al territorio e soprattutto ai temi minerari. Se i comuni, le province, la Regione e infine il governo stesso saranno in grado di costruire un Parco funzionante, potremo auspicabilmente riuscire a dare al nostro territorio e alla sua storia mineraria, il giusto valore e la meritata promozione.
Il fine di questa importante operazione di recupero, valorizzazione e promozione, rimane certamente quello di trasmettere alle nuove generazioni la memoria di questo patrimonio di cultura e di valori condivisi, ma anche quello di creare e potenziare un indotto socio economico, basato su un incremento del turismo, che veda al centro il circuito ambientale e museale delle ex Miniere del Monte Amiata.
In questa ottica avremmo voluto proporre sin da subito una serie di iniziative comuni volte alla valorizzazione delle Miniere del Monte Amiata. Come la presenza dell’Amiata mineraria al Bologna Mineral Show del prossimo marzo (se non verrà annullata a causa COVID altrimenti alla prossima edizione), dove potremmo essere presenti con uno spazio espositivo e con materiale promozionale.
Altre occasioni saranno la stesura di un programma di attività condivise, auspicabilmente già per la prossima estate e collaborazioni fattive fra le varie entità per ricerca, reperimento materiali e valorizzazione dei siti. Nella prossima riunione del Coordinamento, oltre a preparare un cartellone di eventi e iniziative da svolgersi in tutti i paesi minerari che vorranno partecipare, inviteremo le amministrazioni comunali interessate, le associazioni che operano nel settore del turismo e chiunque voglia dare un contributo attivo al progetto al fine di instaurare un dialogo propositivo e produttivo e, possibilmente riuscire ad esprimere una strategia territoriale.
Stiamo inoltre seguendo con molta attenzione, soprattutto grazie all’impegno del direttore del Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, Daniele Rappuoli, che ne è soggetto attivo, l’attività che l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sta svolgendo, attraverso il Progetto ReMi – Rete Nazionale dei Parchi e Musei Minerari Italiani, che ha come obiettivo principale la valorizzazione del patrimonio minerario nazionale dismesso.
La ReMi conta oltre 40 soggetti istituzionali aderenti ed una sessantina di siti minerari presenti in rete. Le attività della ReMi sono visibili sul sito internet (www.isprambiente.gov.it) e di recente è stato pubblicato un volume “Viaggio nell’Italia Mineraria” dove grazie all’impegno di Rappuoli siamo presenti con il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, Il Museo delle Miniere di Santa Fiora e la Galleria Ritorta del Cornachino.
Insomma l’attività del Coordinamento di questo gruppo di associazioni ed enti interessati dovrà essere un’azione di coordinamento fra le varie realtà locali, fintantoché il Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata non sarà pienamente in grado di farlo a sua volta.
Il Coordinamento cercherà di proporre iniziative, studi e ricerche in grado di porre gli enti locali in condizione di fare le scelte necessarie per
valorizzare e facilitare la fruizione dei beni culturali minerari dell’ Amiata. Ci vogliamo infatti porre come un valido mezzo di sostegno, oltreché come pungolo, per coloro che credono a queste tematiche.
Non cerchiamo solo di conservare memoria, ma vorremmo che il nostro territorio riuscisse a sfruttare meglio l’eredità del passato per creare valore, turismo e posti di lavoro”, concludono dal Coordinamento.