GROSSETO – Una serie di proposte per permettere l’apertura serale delle attività di ristorazione nelle zone gialle. Sono contenute nel documento che la Cna ha inviato al Comitato tecnico scientifico (Cts). Obiettivo dell’iniziativa è integrare i protocolli e le linee guida in essere con istruzioni e misure per rendere omogeneo il sistema di regole per le Regioni in fascia gialla.
“Il documento elaborato a livello nazionale dalla nostra associazione – spiega Roberto Matozzi, responsabile sindacale di categoria per Cna Grosseto – parte dalla necessità di non mettere a rischio la strategia di contrasto al virus senza, allo stesso tempo, ampliare la crisi di un comparto fortemente penalizzato, che si riflette su tutto il settore agroalimentare”. Partendo dall’esperienza maturata in questi mesi dai ristoratori, Cna propone un rigoroso assetto di regole che permetterebbe di prolungare l’orario delle attività fino alle 23, vincolando la fruizione del servizio al consumo al tavolo e agli ingressi nel locale non oltre le 21.
Il documento della Cna indica inoltre la prenotazione quale ulteriore condizione vincolante per accedere ai locali, necessaria anche per evitare gli assembramenti fuori dai locali. All’atto della prenotazione dovranno essere fornite alcune informazioni: nome, cognome e telefono di chi effettua la prenotazione, numero delle persone e dichiarazione sullo stato di convivenza dei commensali.
Le informazioni fornite dovranno essere conservate dall’esercente per i 14 giorni successivi al solo fine di eventuale trasmissione alle autorità competenti in caso di necessità. Con l’avvio della campagna vaccinale e la necessaria accelerazione del programma sarebbe fondamentale consentire il prolungamento di orario nelle zone gialle alle attività di ristorazione che hanno dimostrato di assicurare e documentare la rigida osservanza delle misure stabilite dalla normativa come distanziamento, limitazione degli accessi e registrazione di ogni singolo cliente.
Cna inoltre propone l’avvio di un confronto per definire un formato organizzativo per riti e manifestazioni che tradizionalmente prevedono lo svolgimento di banchetti, buffet e servizi di catering, ad oggi vietati sull’intero territorio. Al riguardo la Confederazione suggerisce alcune proposte a integrazione dello schema predisposto l’autunno scorso da Regioni e province autonome. Ad esempio informare le autorità competenti con un preavviso di 7 giorni in merito all’evento indicando orari, luogo e partecipanti.
“Ci auguriamo che questa nostra proposta sia presa in considerazione e accolta – conclude Matozzi – perché da troppo tempo le attività di ristorazione vivono nell’incertezza e perché se non si individuano modalità condivise e sicure saranno molte le aziende del settore costrette a chiudere e tanti i posti di lavoro che andranno persi”.