SCARLINO – “Peccato che si voglia dare a questa azione un connotato di schieramento “partitico” , mentre non è altro che un’attività “politica del territorio” nel vero senso della parola, in cui i cittadini dovrebbero essere sempre più chiamati e coinvolti individualmente”, così Antonio Vella, cittadino di Scarlino, in una lettera al sindaco Francesca Travison, commenta la risposta della prima cittadina all’associazione giovanile “Break the distance”.
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Di seguito il testo integrale della lettera.
Egregia sindaca Francesca Travison, nei giorni scorsi mi è capitato di leggere con interesse la petizione lanciata da un gruppo di giovani del territorio che si ritrovano sotto la sigla “Break the distance” (rompi le distanze) con la quale avanzavano la richiesta all’Amministrazione Comunale, vista la possibilità di attingere a fondi specifici di Sport e Salute s.p.a. in accordo con Anci, di realizzare uno spazio attrezzato per attività sportive autonome o organizzate, all’aperto in zona Puntone, richiesta già proposta lo scorso 18 dicembre e a cui non è mai stata data risposta.
Già avevo immaginato, una volta realizzato l’intervento, di poter mettere a disposizione di tutti, anche degli anziani del quartiere, la mia esperienza professionale gratuita per organizzare un corso di attività motorie da portare poi avanti in modo autonomo da chiunque avesse voluto partecipare.
Mi è dispiaciuto leggere sulla stampa, il giorno successivo, la tua risposta stizzita, che con un comunicato molto pungente tende a stigmatizzare l’operato dei giovani riducendolo ad una richiesta insensata, fuori tempo e fuori dalle vie istituzionali.
A prescindere dal fatto che nella richiesta del gruppo, avanzata già il 18 dicembre tendente ad avere uno spazio attrezzato all’aperto al Puntone, luogo di passaggio di molti amanti del trekking e di mountain bike, di turisti nautici, camperisti e di residenti che potrebbero utilizzare l’impianto offrendo al territorio un’immagine di completezza di servizi, l’unico errore, se cosi si può chiamare, è stato quello di venire a conoscenza del bando solo a termini scaduti e che, nonostante questo, si siano sentiti in dovere di riprendere e portare avanti una petizione che era già partita il 18 dicembre 2020.
Peccato che si voglia dare a questa azione un connotato di schieramento “partitico”, mentre non è altro che un’attività “politica del territorio” nel vero senso della parola, in cui i cittadini dovrebbero essere sempre più chiamati e coinvolti individualmente.
Purtroppo, molto spesso, gli interventi dei cittadini vengono letti o interpretati come “sterile polemica” nei riguardi delle istituzioni che, a parole, dicono e ne sollecitano le attenzioni e la partecipazione , ma nei fatti, regolarmente si sentono scavalcate e si irrigidiscono di fronte a qualsiasi intervento.
Questo mi è successo regolarmente con i sindaci dagli anni ’80 (Fedeli, Meozzi, Bizzarri, Bizzarri, Stella tutti Pci/Pd); ogni volta che sollevavo problemi di inquinamento delle acque e dell’aria, di morie di pesci nel Fosso del Fico, in Fiumara e/o nel Canale Solmine, di sporcizia sulle spiagge e aghi di pino ammassati sulla strada provinciale Puntone/Follonica, di rami pericolanti lungo le strade, di bordi strade abbandonati e coperti da vegetazione di tutti i tipi, senza mai voler riconoscere un minimo di concorso di colpa nel non intervenire, si cercava di deviare l’attenzione su immaginarie mie velleità “partitiche” senza mai dare una risposta ai problemi sollevati.
Il tempo mi ha dato ragione; oggi che ad amministrare ci sono forze che ritengo opposte alle precedenti, mi rendo conto di avere le stesse risposte che ho avuto per oltre 35 anni; per riuscire a veder pulita la strada provinciale dopo una richiesta scritta che ti ho consegnata a mano martedì 18 gennaio 2020 ed un ulteriore sollecito pubblico, un anno dopo, il 2 gennaio 2021, ci sono voluti tre cantieri in giorni diversi per riuscire a vedere un lavoro parziale che non ha risolto il problema sicurezza stradale, oltre al decoro. Senza parlare della rotatoria al semaforo promessa come già fatta , ma con tavoli tecnici ancora da affrontare.
Se poi vogliamo parlare di morie di pesci nel Canale Solmine, alle fantastiche risposte dei sindaci che ti hanno preceduta e che nel tempo hanno fatto morire i pesci per la troppa pioggia, per il freddo, per il caldo, per colpa di alghe infestanti, adesso da te mi giunge l’esortazione a “non fare allarmismo“ come se la colpa fosse di chi segnala certe situazioni anomale da oltre 30 anni, senza cercare di andare oltre alle risultanze dell’Arpat e degli organi preposti.
Nonostante questa posizione ostile nei riguardi del mio agire, personalmente mi riterrò sempre a disposizione degli organi pubblici che chiederanno il mio contributo per il nostro territorio, nell’ottica di lasciare ai miei figli ed ai miei nipoti un luogo in cui vivere serenamente e di cui andare fieri ovunque nel mondo”, conclude.