FIRENZE – Le priorità del Piano regionale seguono quelle definite a livello nazionale, il modello organizzativo messo a punto deve “necessariamente tenere conto della specificità dei singoli ambiti territoriali”, ma il principio di fondo della campagna vaccinale Toscana risponde al principio “non sprecare e non ritardare alcuna dose disponibile”.
Con queste premesse l’assessore alla Sanità, Simone Bezzini, interviene nella seduta straordinaria del Consiglio regionale e indica le linee attuative del Piano che devono tener conto dell’offerta vaccinale (tre quelli disponibili: Pfizer, Moderna e AstraZeneca, con diverse tipologie di conservazione e stoccaggio), dell’organizzazione e del funzionamento dei centri vaccinali nei diversi contesti, la registrazione di tutti i dati relativi alle somministrazioni eseguite, il monitoraggio della sicurezza e dell’efficacia della campagna, la formazione degli operatori a garanzia dell’uniformità delle procedure, le modalità di comunicazione. In particolare per questo ultimo punto, Bezzini rileva la “necessità di una campagna mirata”.
La pianificazione Toscana, dovendo seguire le caratteristiche dei vaccini disponibili, è articolata su due processi di distribuzione e conservazione. Nel modello definito “freeze”, il produttore, sempre sulla base delle coordinate stabilite a livello nazionale, spedisce le dosi direttamente ai punti individuati a livello regionale (in Toscana ci sono 12 Hub locali per stoccaggio, somministrazione o ulteriore distribuzione ad altri punti). Nel modello definito “cold”, il produttore spedisce ad un Hub unico nazionale. I punti locali, sulla base dell’andamento delle disponibilità, richiedono progressivamente il quantitativo di vaccini necessari e custodiscono le dosi secondo le specifiche tecniche fornite. I centri individuati sul nostro territorio per la consegna dei vaccini Moderna e AstraZeneca sono le farmacie ospedaliere di Prato, Livorno e Grosseto, per le tre aziende sanitarie locali. La consegna di Pfizer avviene anche negli hub delle aziende ospedaliere universitarie di Firenze, Siena e Pisa.
Considerata la disponibilità iniziale di un numero di dosi limitato, come previsto dal ministero della Salute, sono state seguite le indicazioni del Piano strategico nazionale relativamente alle prime categorie da vaccinare con il vaccino Pfizer-BioNTech: operatori sanitari e socio-sanitari, personale e ospiti delle Rsa. La copertura si è poi ampliata, sempre sulla base delle indicazioni dettate a livello nazionale e in relazione alla tipologia di vaccini. Sempre nella fase 1 rientrano anche gli anziani ultraottantenni, per i quali è iniziata la vaccinazione sempre con il vaccino Pfizer.
Nella fase 2, che richiede sempre vaccino Pfizer, hanno priorità di accesso le persone estremamente vulnerabili, quelle di età compresa tra 75 e 79 anni, segue la fascia d’età tra i 70 e i 74 e quelle con aumentato rischio clinico se infettate da Covid (a partire da 16 anni fino a 69). L’indice di somministrazione si chiude con le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico e quelle tra i 18 e 54 anni. Per queste ultime si procede secondo le categorie prioritarie incluse nella fase 3 del Piano nazionale, per le quali è già iniziata la vaccinazione in Toscana con AstraZeneca, come indicato dal Governo. La fase 4 riguarderà tutto il resto della popolazione.
Secondo i dati Istat, i residenti in Toscana nella fascia 60-79 anni sono 873mila 404 e gli ultra80enni sono 320mila 589. La popolazione affetta da una malattia cronica nella fascia di età 16-59 è pari a 274mila 467. “La prima fase distributiva di Pfizer – ricorda Bezzini – è stata dimensionata non sulla base della popolazione generale delle singole regioni, ma sul numero di operatori sanitari e socio sanitari indicati dalle amministrazioni”.
Per attuare il principio di fondo del Piano vaccinale Toscana, “non sprecare e non ritardare alcuna dose disponibile”, si è provveduto a costituire un gruppo di lavoro composto da circa cento professionisti rappresentativi di tutte le professioni e discipline coinvolte nel processo. “Obiettivi del gruppo – dichiara l’assessore – definire le modalità operative per la ricezione e lo stoccaggio delle dosi alla consegna, sporzionamento e preparazione, definizione dei presidi ospedalieri e territoriali, messa a punto di un cronoprogramma di ipotesi vaccinale, definizione dell’arco temporale in cui si completa il primo ciclo vaccinale, sviluppo di un sistema di prenotazione”. “Tutti questi obiettivi sono stati completati”, assicura Bezzini. Il portale regionale Prenota Vaccino ha sfruttato anche l’esperienza maturata, proprio durante il periodo pandemico, con le piattaforme di prenotazione Rientro@scuola (oltre 60mila adesioni del personale scolastico in una settimana), Viaggi@sicuro (oltre 11mila rientri turistici da porti e stazioni in una settimana) e soprattutto Prenot@tampone (con oltre 312mila prenotati ad oggi nelle 24 ore successive)
Nel suo intervento Bezzini ricostruisce anche la “preparazione al secondo tempo della fase vaccinale”. “Gli ultra80enni sono più di 300mila e se aggiungiamo i cittadini tra 60 e 79 anni il totale supera quota 850mila”. Anche per questo, “visti i nuovi volumi di popolazione e di vaccini crescenti, abbiamo aggiunto nuovi canali e luoghi di somministrazione alle strutture ospedaliere. In primo luogo per rispondere al concetto di prossimità di somministrazione, in secondo luogo perché al tempo stesso va garantita per gli ospedali la prosecuzione della loro naturale attività”, spiega l’assessore.
Il gruppo di lavoro costituito ha quindi elaborato una “nuova mappa”, per “garantire la vaccinazione tenendo conto da un lato delle caratteristiche della popolazione, dall’altro per garantire alti volumi di vaccinazione in tempi molto stretti”.
Il nuovo sistema “potrebbe essere utilizzato, completamente e contemporaneamente, quando saranno disponibili tutte le dosi potenzialmente contrattualizzate e destinate alla nostra Regione, cioè dalle 400mila alle 700mila dosi al mese. Diversamente, lo scenario dovrà essere riadattato”.
Per la campagna degli ultraottantenni, avviata il 15 febbraio ed entrata nel vivo il 22 e affidata ai medici di medicina generale, e che quindi mette in gioco “2mila 700 vaccinatori, dei quali circa 2mila 300 hanno già operato sul portale”, è stata costruita una nuova piattaforma ad hoc.
“La Regione – conclude Bezzini – sta costruendo una campagna multicanale per garantire massima efficienza e volumi giornalieri anche di 20mila/25mila somministrazioni al giorno”. “Il Piano – assicura – verrà aggiornato costantemente secondo le indicazioni nazionali e con l’evolversi delle diverse fasi di distribuzione e con l’arrivo di nuove tipologie di vaccino, come ad esempio J&J, previsto per il secondo trimestre del 2021 e caratterizzato da una sola dose per ottenere la piena immunizzazione”.
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“Vaccini, vaccini, vaccini. È questo il mio punto di riferimento in questa fase. Sui vaccini si gioca tutto: dobbiamo essere consapevoli che l’argine vero non sono le misure restrittive, ma possono esserlo soltanto i risultati della campagna di vaccinazione”.
Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, in chiusura del dibattito sulla comunicazione dell’assessore Bezzini e sul piano vaccinale. La relazione di Bezzini “è importante e completa, dobbiamo ringraziare tutti quelli che stanno collaborando in questo grande sforzo che stiamo producendo”. E i risultati, dice, parlano di una Toscana in prima fila. Pensa ai medici di famiglia, che “hanno aderito al 90 per cento e la nostra Regione sta diventando un esempio”. Pensa alla “macchina” messa in moto, che vede la Toscana “prima tra le grandi Regioni per numero di vaccinati rispetto alla popolazione, seconda solo a realtà più piccole, come la Val d’Aosta e la provincia di Bolzano. In Toscana – dice con orgoglio il presidente rivolto all’Aula – i vaccini in frigorifero stanno poco”. Quanto alle polemiche sulle categorie e alle diverse fasi, “avessimo avuto le dosi promesse non ci sarebbero state certe discussioni. Somministreremo a tutti i vaccini, attenendoci con trasparenza alle linee nazionali, alle circolari e alle indicazioni del ministero, come abbiamo fatto finora. Ieri sono stato a Roma, per un colloquio con il ministro Speranza: sono stato autorizzato ad avviare la vaccinazione dei ‘fragili’ contestualmente agli over 80”.
“Forse sono stati sottovalutati gli accordi assunti a livello internazionale”, aggiunge Giani. Non si doveva “guardare a spese, il vecchio continente questa sfida l’ha persa. Ma dobbiamo rimediare. Contiamo molto nell’autorevolezza del presidente del Consiglio, Draghi, per recuperare il gap”. L’idea della produzione di vaccini in Toscana non guarda solo all’immediato: “Bisogna pensare che l’andamento della pandemia ci porterà ad aver bisogno di vaccini nei prossimi tre anni”.
L’obiettivo stringente, ripete Giani, è “raggiungere l’immunità di gregge entro la prima settimana di ottobre, in estate la campagna vaccinale dovrà essere fortissima”. La sfida vede tutti in gioco, avverte il presidente della Toscana, rivolto alle opposizioni: “La capacità che dobbiamo creare in questo Consiglio è di attivarci a livello nazionale in modo forte. Superiamo un po’ la logica delle coalizioni che si sono fronteggiate nelle elezioni di settembre: lo dico a Marco Stella, dal quale mi aspetto un grande stimolo al ministro Gelmini, a Marco Landi per il ministro Giorgetti, alla conigliera Silvia Noferi per il ministro Di Maio. Siamo tutti forza di governo, dobbiamo essere molto costruttivi per attivare una macchina capace di portare l’Italia al livello internazionale più alto e, a livello interno, a produrre vaccini. Siamo parte integrante dello sforzo che ha visto la Toscana dimostrarsi così capace a livello operativo”. E si rivolge anche a Fratelli d’Italia: “hanno ragione quando dicono che dobbiamo impegnarci con grinta e determinazione perché i vaccini possano arrivare in Italia”.
L’ultima considerazione, “rispetto alle misure da prendere: siamo in zona arancione e i dati fanno propendere verso un moderato ottimismo perché si possa rimanerci”, sapendo che si potrà pensare “a isolare focolai che possono portare a un incremento del contagio. Su questo mi sto muovendo per provvedimenti che siano frutto di una sorta di concertazione con i sindaci”.
L’assessore Simone Bezzini ribadisce “il massimo impegno per tenere la Toscana al livello che ha già raggiunto: 10,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale di vaccinazioni”. Per il resto, ribatte, “il mio motto non è ‘strepitare’, ma ‘lavorare’”. Le risposte alle domande del portavoce dell’opposizione: “I dati attuali sulla vaccinazione degli over 80 sono in aggiornamento. Se ne prevedono 10mila in questi giorni, altri 30mila la prossima settimana. E sugli under 65, apriremo le prenotazioni non appena avremo le nuove forniture da AstraZeneca”.