GROSSETO – “Il Covid e i problemi nati a seguito della pandemia non devono far passare in secondo piano importanti questioni, come quella idraulica e quella legata alla siccità, che sono la causa di ingenti danni all’ambiente, ai cittadini e alle aziende agricole”, scrive, in una nota, Cia Grosseto.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a periodi di forte piovosità alternati a mesi di aridità durante i quali l’acqua è stata scarsissima – spiegano Claudio Capecchi ed Enrico Rabazzi, rispettivamente presidente e direttore di Cia Grosseto -. Trovare un modo per limitare i danni da alluvioni e per custodire questo bene prezioso è dunque una delle sfide che la politica, il mondo scientifico e quello agricolo devono affrontare.
Bisogna attivarsi ora per evitare di piangere nei prossimi mesi; dobbiamo mettere in atto una coerente politica delle acque che vada ad arginare i danni da esondazioni, che possa garantire un aiuto in caso di incendi e che sappia rispondere alle necessità di irrigazione.
Come più volte richiesto, da una parte serve una costante e attenta “pulizia” e messa in sicurezza dei fiumi per ottimizzare il convogliamento delle acque e garantire un loro regolare percorso in caso di precipitazioni abbondanti, dall’altra bisogna pensare di costruire bacini di acculo per far fronte ad eventuali calamità e per evitare il dissesto idrogeologico.
Dobbiamo attivarci ora e dare risposte immediate prima che sia troppo tardi. Come Confederazione avevamo sostenuto una idea interessante, mai concretizzata, sulla possibilità di costruire un invaso nella zona di Pantano nel Comune di Pitigliano. Certo serve analizzare la sua fattibilità e approfondire lo studio presentato. Sarà necessario intercettare le risorse, come quelle dal Piano Irriguo Nazionale e avere un coinvolgimento-accordo tra tutti gli attori interessanti, ma crediamo che quanto presentato potrebbe essere un buon punto di partenza e meriti un ulteriore attento approfondimento. Riteniamo infatti che l’area in questione, particolarmente ricca di acqua, potrebbe essere ideale per ospitare un invaso e dare risposte all’agricoltura del comprensorio, ai cittadini e, non ultimo, potrebbe essere un volano economico per quella zona. Riprendere questa proposta o altre simili potrebbe dunque essere utile perché i mesi caldi stanno per arrivare e la questione non può più essere rimandata.
In altre parole – concludono i dirigenti Cia Grosseto -, se vogliamo salvare la nostra agricoltura e tutelare il nostro patrimonio ambientale, dobbiamo partire dalla manutenzione degli alvei dei fiumi e dei torrenti necessaria per far defluire l’acqua senza pericoli per i cittadini e le aziende, ma contemporaneamente, servono investimenti per quelle infrastrutture idriche che in estate possano raccogliere le acque e favorire l’irrigazione e nei mesi invernali agevolare la regimazione delle acque e il naturale deflusso verso valle evitando possibili alluvioni e i conseguenti danni”.