GROSSETO – 100 autovetture dall’estero, fatture false per oltre un milione di euro, iva evasa per altri 200 mila euro, otto persone denunciate. È il bilancio dell’operazione portata avanti dalla Guardia di finanza di Follonica nel settore delle “frodi carosello”.
il Comando provinciale di Grosseto, guidato dal comandante Cesare Antuofermo, ha coordinato una complessa attività di polizia economico-finanziaria, realizzata dalla dipendente Tenenza di Follonica. Si tratta di un’ampia attività di indagine a livello nazionale nell’ambito della commercializzazione delle autovetture usate di provenienza comunitaria.
Le indagini sono state avviate dopo l’apertura di un controllo fiscale nei confronti di un rivenditore di auto maremmano che, per evitare di versare l’Iva sulle auto di importazione di provenienza spagnola, francese e tedesca, si è avvalso di altre società “cartiere” (ossia, società solo formalmente attive, ma in realtà utilizzate per emissione di mere false fatture). Le investigazioni, che hanno visto coinvolti anche altre reparti del Corpo in tutta Italia per l’effettuazione di riscontri, hanno riguardato, tra l’altro, il sequestro della documentazione di immatricolazione delle autovetture e la raccolta delle deposizioni di oltre 60 testimoni, tra clienti, fornitori, agenzie pratiche auto e dipendenti della Motorizzazione Civile.
Gli accertamenti hanno portato a delineare il quadro delle cosiddette “frodi carosello”: si tratta di artifici societari e contabili tramite i quali, sostanzialmente, sono fittiziamente realizzati passaggi di beni tra diverse società ubicate in Stati della UE, con il fine di evadere le tasse, in particolare l’lva.
Con stratagemmi vari (tra cui, nel caso specifico, la falsificazione dei documenti di immatricolazione), le auto possono essere irregolarmente poste sul mercato a prezzi vantaggiosi, in danno sia dei cittadini (che, in caso di acquisto, potrebbero essere chiamati a rispondere, in solido, di talune violazioni) che dei commercianti ed operatori economici di settore che rispettano le norme. Nel caso di specie, l’importazione dei veicoli risultava effettuata direttamente da parte del cliente finale dell’autosalone maremmano, anziché dagli operatori che facevano da tramite. Siffatto comportamento ha permesso al rivenditore finale di cedere gli autoveicoli a prezzi molto concorrenziali, in quanto non gravati dall’imposta sul valore aggiunto pari al 22% del prezzo di acquisto.
Le indagini hanno approfondito le movimentazioni di oltre 100 autovetture di provenienza comunitaria, con la scoperta di fatture false per oltre 1 milione di euro ed un’IVA evasa di oltre 200.000,00 euro. Nel corso delle investigazioni sono state denunciate 08 persone a vario titolo coinvolte nelle irregolarità riscontrate. Sono in corso di valutazione le posizioni delle decine di acquirenti finali delle autovetture comprate “a buon mercato”, in relazione alla responsabilità solidale cui potranno essere chiamati a rispondere per le imposte indebitamente non versate all’atto dell’immatricolazione delle proprie auto.