GROSSETO – Sette casi di variante inglese anche in provincia di Grosseto. Sono arrivate anche in Maremma le varianti Covid che stanno mettendo a dura prova le Asl toscane. Su 43 casi distribuiti in tutta la Asl sud est, sette sono in Maremma, distribuiti in vari comuni. Mentre i 35 casi di variante brasiliana sono distribuiti tra Arezzo e Siena.
«Purtroppo stiamo vedendo un incremento dei casi anche nella nostra Asl – afferma Maurizio Spagnesi responsabile Dipartimento igiene pubblica della sud est Toscana -; per ora l’aumento dei casi su Grosseto è fortunatamente ridotto».
Ma come è avvenuta l’individuazione della variante sul nostro territorio? «Dove notiamo che ci sono picchi troppo rapidi di nuovi casi, chiediamo subito, al laboratorio di Siena, il sequenziamento per verificare la presenza di varianti; stessa cosa facciamo per il soggetto vaccinato o guarito che si ripositivizza, o per chi torna ad esempio da un viaggio in Brasile».
Difficile avere un quadro chiaro perché la situazione muta continuamente e in maniera rapida «A livello nazionale la variante inglese è già molto diffusa, nell’ordine di un 29-30% sul totale dei casi. Immaginiamo che ben presto soppianterà quella originale».
Il problema delle varianti è che i contagi si diffondono molto più rapidamente, «nel giro di un paio di giorni può scoppiare un focolaio con picchi di positivi, e la malattia ha un decorso più veloce: si può passare in pochi giorni da essere positivi con pochi sintomi ad aver bisogno di cure mediche e del ricovero in terapia intensiva. E ci sono stati in tal senso casi anche a Grosseto».
Da un punto di vista della terapia i casi vengono trattati ugualmente, così come per la collocazione, gli asintomatici possono essere seguiti a casa mentre i casi più gravi vengono ricoverati.
Per quanto riguarda i vaccini «Sulla variante inglese sembrano funzionare, quantomeno il Pfizer e il Moderna e si sta studiando se questo vale anche per l’Astra Zeneca. Questo vale anche per la variante sudafricana. Mentre per la brasiliana gli studi sono ancora in corso. Anche per questo la vaccinazione è uno di quei presidi che deve andare avanti, perché più il virus si diffonde e si replica e più possono nascere nuove varianti. Nel frattempo è indispensabile mantenere le buone abitudini tra cui le distanze e la mascherina».
La scuola ha dato una spinta ai contagi?
«Per quanto riguarda le scuole non c’è stato un grosso incremento nei contagi, anche se sicuramente ha comportato qualche caso di contatto stretto in più da mettere in quarantena, cosa inevitabile: la scuola è un momento di aggregazione».
Ma come mai nella nostra provincia il virus sembra diffondersi meno rispetto al resto della Toscana e anche delle altre province della nostra stessa Asl?
«Per quanto riguarda il resto della Toscana la Asl sud est come protocollo tende a mettere più persone in quarantena quando c’è un contatto stretto, e questo sicuramente frena e rallenta la diffusione del virus, per quanto riguarda Grosseto nello specifico credo incidano sicuramente il fatto che la popolazione sia meno, una provincia grande e poco popolosa, ma anche che ci sono meno insediamenti produttivi». Aziende piccole, con meno dipendenti. E il virus ha meno occasioni di circolare.