GROSSETO – In un anno, in provincia di Grosseto, si è registrato quasi il 10% in meno di partite iva. L’analisi e la classifica è stata stilata dall’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari su dati del ministero dell’Economia e delle finanze. Da capire quanto abbia inciso la crisi economico sanitaria che stiamo vivendo.
Nel corso del 2020 sono state aperte circa 464.700 nuove partite iva. Riguardo alla ripartizione territoriale emerge, circa il 44% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,4% al Centro e il 34,1% al Sud ed Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che tutte le Regioni mostrano un calo di avviamenti: i maggiori si sono registrati nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e Toscana (-17,6%), il più contenuto in Veneto (-5,3%).
Treviso, Gorizia e Verona sono le uniche tre province dove è aumentato, nel corso del 2020, il numero delle partite Iva. Purtroppo anche la Maremma ha perso qualcosa: nella nostra terra si registra infatti un 9,38% in meno.
La graduatoria, elaborata sulla base della contrazione maggiore del numero di partite Iva alla fine del 2020 (indicate in valore percentuale) rispetto al precedente anno tiene conto anche del numero di aperture (indicate in valore assoluto) registrate nell’anno appena concluso, è la seguente:
Barletta-Andria-Trani 2.869 (-29,58%); Lodi 1.197 (-24,81%); Prato 2.399 (-23,35%); Crotone 1.301 (-22,79%); Reggio Emilia 3.556 (-22,61%); Firenze 7.610 (-22,20%); Verbano-Cusio-Ossola 861 (-22,01%); Mantova 2.445 (-21,53%); Alessandria 2.648 (-21,38%); Vercelli 972 (-21,23%); Fermo 1.403 (-21,00%); Cuneo 5.499 (-20,50%); La Spezia 1.496 (-20,21%); Ancona 2.947 (-20,05%); Venezia 5.142 (-20,03%); Brindisi 2.950 (-19,75%); Macerata 2.305 (-19,63%); Pavia 3.534 (-19,43%); Genova 6.068 (-19,09%); Savona 1.996 (-19,09%); Lecco 1.872 (-18,75%); Pesaro e Urbino 2.384 (-18,69%); Massa Carrara 1.417 (-18,61%); Bari 9.012 (-18,17%); Monza e Brianza 5.917 (-18,05%); Como 3.682 (-18,01%); Agrigento 3.238 (-17,90%); Messina 4.305 (-17,81%); Pescara 3.073 (-17,66%). E ancora: Pistoia 2.186 (-17,51%); Matera 1.323 (-17,47%); Teramo 2.445 (-17,37%); Rieti 1.347 (-17,36%); Roma 40.518 (-17,33%); Bergamo 6.642 (-17,31%); Livorno 2.335 (-17,08%); Bologna 7.317 (-17,00%); Modena 4.933 (-16,98%); Trento 3.573 (-16,98%); Piacenza 1.829 (-16,94%); Parma 3.165 (-16,86%); Milano 34.621 (-16,72%); Ravenna 2.355 (-16,52%); Cosenza 5.527 (-16,42%); Sondrio 1.003 (-16,42%); Varese 5.302 (-16,35%); Pisa 3.338 (-16,24%); Enna 1.104 (-16,11%); Foggia 4.918 (-16,02%); Pordenone 1.708 (-15,94%); Oristano 983 (-15,84%); Brescia 8.431 (-15,82%); Torino 17.266 (-15,52%); Imperia 1.736 (-15,40%); Vibo Valentia 1.214 (-15,16%); Udine 3.136 (-15,15%); Biella 1.034 (-15,11%); Asti 1.571 (-14,99%); Catanzaro 2.651 (-14,98%); Reggio Calabria 3.950 (-14,96%); Forlì-Cesena 2.559 (-14,93%); Cagliari 3.379 (-14,91%); Latina 4.552 (-14,60%); Chieti 2.963 (-14,31%); Ascoli Piceno 1.602 (-14,29%); Novara 2.275 (-14,25%); Sassari 3.841 (-14,17%); Siena 1.884 (-14,13%); Taranto 3.847 (-14,07%); Napoli 24.719 (-14,03%); Rovigo 1.464 (-13,83%); Frosinone 4.027 (-13,77%); Perugia 5.062 (-13,72%); Bolzano 3.874 (-13,47%). A seguire: Vicenza 5.878 (-13,46%); Rimini 2.800 (-13,34%); Cremona 2.020 (-13,30%); Lucca 3.150 (-13,18%); Potenza 2.786 (-12,94%); Belluno 1.260 (-12,62%); Terni 1.732 (-12,61%); Arezzo 2.686 (-12,57%); Lecce 6.420 (-12,33%); Caserta 7.790 (-11,89%); Palermo 8.137 (-11,68%); Caltanissetta 1.936 (-11,52%); Prov. del Sud Sardegna 2.018 (-11,49%); Siracusa 2.849 (-11,33%); Aosta 975 (-11,20%); Viterbo 2.846 (-10,70%); L’Aquila 2.426 (-10,31%); Ferrara 2.097 (-10,08%); Salerno 9.090 (-9,88%); Nuoro 1.897 (-9,54%); Grosseto 1.864 (-9,38%); Catania 8.777 (-9,34%); Trapani 3.368 (-9,27%); Ragusa 2.567 (-8,71%); Isernia 829 (-8,30%); Trieste 1.579 (-8,20%); Campobasso 1.954 (-6,60%); Padova 7.482 (-5,99%); Avellino 3.537 (-5,40%), Benevento 2.361 (-4,53%) Verona 8.202 (1,41%); Gorizia 853 (3,65%) e Treviso 7.964 (12,60%).
«Le attività professionali – ha detto Celestino Bottoni, presidente nazionale Ancot – con il 16,3% anche in un anno particolarmente difficile come il 2020 hanno rappresentato il secondo settore, dopo il commercio, con il maggior numero di aperture di partite Iva, segno evidente della volontà degli italiani di puntare su se stessi per avviare una nuova attività nel segmento delle professioni. Una realtà come la nostra che deve essere necessariamente tutelata e supportata soprattutto in questo difficilissimo periodo anche dal nuovo governo».
«La diminuzione del numero delle partite Iva registrata nel corso del 2020 è comunque inferiore rispetto al 2019. Nel periodo gennaio-dicembre 2020 risultano, infatti, 320.435 chiusure, rispetto alle 427.623 riscontrate nel corso del 2019. Il dato del 2020 – ha osservato – contrariamente all’atteso incremento delle chiusure per effetto della crisi economica generata dalla situazione sanitaria mostra invece il 25% di chiusure in meno rispetto al 2019. Bisogna necessariamente tenere conto però di coloro che hanno cessato l’attività a dicembre 2020 avendo la possibilità di operare la cessazione della partita iva entro il mese di gennaio 2021 e quindi sarà indicativo attualizzare il fenomeno sulla base dell’andamento registrato nel mese appena trascorso. Inoltre, sarà altrettanto determinante analizzare l’andamento delle cessazioni d’ufficio operate dall’Agenzia delle Entrate per non-operatività».