GROSSETO – “Quale progetto ho per la nostra sanità? Me lo chiedono sui media i sindaci del centrosinistra, così da continuare ad alimentare la polemica sul Coeso perseverando nel loro intento elettorale ai danni degli interessi dei cittadini, volendo principalmente e aggiungo, inutilmente denigrare la mia persona”, scrive, in una nota, il primo cittadino grossetano e candidato sindaco del centrodestra Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
“In ogni caso rispondo molto volentieri a questa domanda di cui li ringrazio – prosegue Vivarelli Colonna -: senza dubbio intendo la sanità come servizi efficaci ed efficienti per il territorio, senza forze politiche che strumentalizzino a loro piacimento l’argomento usandolo come mezzo di potere, anche ai danni ‘dell’avversario del momento’. Un progetto che purtroppo in Maremma è lontano dall’approccio del centrosinistra, che non si ferma neanche davanti alla pandemia e continua a fare la guerra al centrodestra senza rispettare gli accordi (confermati politicamente validi anche dal Tar) sottoscritti in passato, che aveva ritenuto invece validissimi quando portavano vantaggi alla propria fazione politica.
Sono molto critico, leggermente infastidito da un atteggiamento incomprensibile dei colleghi sindaci di Pd & C., ma su una cosa sono d’accordo con il centrosinistra, in questo caso regionale, che – attraverso una mozione del 7 gennaio presentata nella sede consigliare – ha ammesso il fallimento attuale dell’organizzazione della sanità voluta in Toscana, con particolare riferimento all’azienda Toscana Sud-Est per la sua enorme estensione. Riprendo alcuni punti dell’atto che ha ricevuto l’approvazione di tutto il panorama politico:
“Considerato che… Il rafforzamento della sanità territoriale rappresenta uno degli obiettivi prioritari di politica sanitaria verso cui indirizzare il nostro sistema sanitario per i prossimi anni, al fine di dare risposte concrete ai nuovi bisogni di salute e rafforzare la resilienza dei territori; proprio per questo la zona-distretto deve essere configurata in modo tale da promuovere appieno la valorizzazione e la tutela delle identità territoriali, per una migliore attenzione e vicinanza al cittadino sulla base del principio di sussidiarietà, tenendo conto dei bisogni di salute della popolazione afferente, in particolare per quanto concerne le esigenze delle zone disagiate, montane, rurali e di confine”.
La mozione – inoltre – “… Impegna la giunta regionale a valutare, di concerto con la Commissione consiliare competente, la necessità di avviare una revisione della dimensione delle attuali zone-distretto, con particolare riferimento alle zone disagiate, rurali, montane, o di confine, e attraverso il necessario coinvolgimento dalle rappresentanze degli Enti locali, al fine di perseguire gli obiettivi di un potenziamento complessivo della sanità di iniziativa territoriale e di una migliore capacità di programmazione e gestione dei servizi socio-sanitari in tali ambiti, anche in considerazione dei nuovi bisogni di salute emersi con l’epidemia Covid-19″.
A livello regionale c’è quindi unità di intenti, e io sono con il Pd regionale, sulla necessità di una riorganizzazione, che mi trova pienamente d’accordo. Perché a volte – e questo serva da lezione al centrosinistra locale, che soffre di crisi di identità e smania di protagonismo vuoto- è indispensabile collaborazione e responsabilità politica. Il mio auspicio è che venga coinvolta la commissione sanità e che si tenga conto del parere degli Enti locali, che in materia hanno molto da dire.
Ringrazio quindi i sindaci del centrosinistra per avermi dato l’occasione di esprimermi anche su questo argomento e di mettere in evidenza la loro estraneità da sé. A causa del loro comportamento indegno sulla questione Coeso, purtroppo, rischiamo di essere l’esempio di cosa la politica non deve fare”, conclude.