GROSSETO – Ieri sera Mario Draghi ha concluso il secondo giro di consultazioni con le forze politiche. Oggi il presidente del Consiglio incaricato, invece, sta incontrando le parti sociali, ovvero sindacati e associazioni.
Al termine degli incontri, Draghi tornerà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sciogliere la riserva e accettare ufficialmente l’incarico di primo ministro. Ma, a differenza di quanto ipotizzato negli ultimi giorni, sui tempi non c’è alcuna certezza. Anzi, sembra proprio che i fatti delle ultime ore faranno slittare i tempi: secondo i cronisti, il nuovo governo potrebbe non riuscire a giurare entro la fine della settimana.
Cosa sta succedendo?
Ma cosa è successo nelle ultime ore? Torniamo a ieri sera. Se, al termine delle consultazioni, sembra ormai più che certo che il leader della Lega Matteo Salvini voglia entrare nel governo – anche a costo di mandar giù qualche boccone amaro di troppo -, il Movimento 5 stelle si dimostra sempre più confuso.
Dopo un iniziale momento di ostilità, la maggioranza del partito si è andata via via convincendo a sostenere il Governo Draghi, anche grazie al parere favorevole del fondatore Beppe Grillo, che ha guidato la delegazione dei cinque stelle ai due colloqui con il premier incaricato. Ma la questione “Draghi sì, Draghi no” sta letteralmente spaccando il partito.
Il fronte del “no” guidato da Alessandro Di Battista ha lanciato l’iniziativa “V Day – No governo Draghi”, che si è tenuta ieri sera sulla piattaforma Zoom. Intorno alle 23, Grillo ha “ribattuto” con un video pro-Draghi pubblicato sul suo blog. Last but not least, stamani il voto su “Governo Draghi sì, Governo Draghi no” su Rousseau, la piattaforma online sulla quale il Movimento chiede pareri ai propri iscritti, è stato sospeso. Lo ha annunciato il capo politico del M5S Vito Crimi sul Blog delle stelle poco dopo le 10: “Il voto sul governo previsto dalle ore 13.00 di oggi è temporaneamente sospeso. I nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati”.
Il Movimento accoglie così la richiesta di Beppe Grillo, che sta cercando di evitare che la base M5s arrivi ad un “frettoloso no” su Rousseau e che, di conseguenza, si spacchino i gruppi parlamentari al momento della fiducia in Parlamento.
Ma non solo i vertici, anche la base del M5s è spaccata a metà: “È la votazione più incerta di sempre”, ha detto a Repubblica una fonte interna al Movimento, e dopo la sua sospensione lo è più che mai. “Vogliamo votare su Rousseau per dire no a un governo assembrato”, scrive nei commenti un attivista. “Rimandano la votazione! Mai più seduti allo stesso tavolo con due Mattei e mai con l’ex cavaliere. Lezzi e compagni resistete!”, commenta un altro militante.
E il Pd?
“Non abbiamo notizie di un terzo giro di consultazioni. Ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad una crisi che ha caratteristiche del tutto inedite, la sua soluzione può richiedere anche passaggi al momento non preventivati”, commenta il vicesegretario del Partito democratico Andrea Orlando. Il Pd, da parte sua, ha subito dato il suo totale appoggio alla formazione di un Governo Draghi. “È andata benissimo”, ha commentato il segretario Nicola Zingaretti rientrando al Nazareno dopo l’incontro con il presidente incaricato.
Forza Italia ribadisce un “sì” forte e chiaro
Anche Forza Italia ribadisce un “sì” forte e chiaro all’ex numero uno della Bce. Dopo l’incontro con Draghi, Silvio Berlusconi ha rivendicato che “abbiamo chiesto per primi” una risposta unitaria, e ha dichiarato che sta prendendo forma un Governo di “unità nazionale”, che nasce “senza preclusione alcuna”, chiarendo che “questo non significa la nascita di una maggioranza politica fra partiti che sono alternativi”. “È la risposta a una grave emergenza – ha detto il cavaliere – e durerà per il tempo necessario a superare questa crisi sanitaria, sociale ed economica”.
Il “totoministri”
Tanti, dunque, i dubbi che permangono sul Governo targato Draghi. A quanto detto si aggiunga che, contrariamente a quanto succede di solito in queste situazioni, da Draghi e da chi lo sta aiutando non arrivano molte informazioni sui futuri ministri del governo. Normalmente il cosiddetto “totoministri” è una pratica politica, nel senso che certi nomi vengono fatti circolare anche per indirizzare le trattative, per sondare le reazioni, per costruire candidature o per “bruciarle”, ma stavolta tutto sembra fermo. Dunque, ancora non sappiamo quanto sarà “politico” il nuovo governo.
In attesa di novità in merito, nel nostro Instapoll di oggi vi chiediamo le vostre opinioni sul Governo Draghi che sarà. Tra i quesiti, vi domandiamo se, a vostro avviso, un Governo Draghi sostenuto da Pd, Lega, Forza Italia e Movimento 5 stelle funzionerà. Se volete votare, potete farlo sui nostri profili Instagram e Facebook: nelle storie troverete le nostre domande.