ARCIDOSSO – “A raccontarlo, sembra la favola di Cappuccetto Rosso e il lupo, – commenta ironicamente la presidente del comitato Pastori d’Italia, Mirella Pastorelli – ma purtroppo, questa volta è pura realtà”.
A distanza di pochi giorni i lupi e i predatori sono tornati a far visita al gregge di Giorgio Bindi ad Arcidosso, uccidendo questa volta ben sette pecore e sette agnelli. “Dinanzi a tanto scempio – prosegue la presidente dei Pastori – non si trovano parole per esprimere tutto il nostro rammarico e la vicinanza all’allevatore amiatino, vittima dell’ennesimo attacco al suo gregge. Restiamo basiti nell’ascoltare i vari politici, che ancor’oggi si riempiono la bocca di tanti bei discorsi, ma che però non attuano nessuna soluzione per risolvere il problema delle predazioni e dei lupi”.
“Non possiamo, – commenta Pastorelli – assistere ogni giorno al dramma degli allevatori, i quali perdono buona parte del loro lavoro, della loro fatica e del loro reddito, perché nel nostro Paese prevalgono ancora, i vari veti animalisti e altro, quando invece in altri stati europei sono in vigore normative sull’abbattimento mirato e programmato di lupi, ibridi e predatori”. “Se questo problema non verrà risolto immediatamente, attraverso normative che prevedono abbattimenti programmati e quant’altro, – continua la presidente Pastorelli – si continuerà ad assistere allo scempio come quello di Arcidosso, con predita di posti di lavoro, non solo presso le aziende zootecniche, ma anche in tutto l’indotto che vi ruota intorno”.
“Gli allevatori sono stufi del così detto ‘debito cattivo’, cioè i soldi pubblici stanziati per pagare i danni dei predatori senza alcun ritorno positivo. Il nostro Comitato , – conclude Mirella Pastorelli – ha sempre chiesto misure importanti e risolutive per questo settore, in un momento di crisi come questo sono ancora più urgenti, se non vogliamo far chiudere le aziende aumentando così il numero dei disoccupati, grande piaga italiana, e tutto questo in nome del lupo intoccabile”.