GROSSETO – “Il Pd riparte con il consueto appello ai cittadini e alle forze politiche per scongiurare la possibilità che le destre conquistino questa o quella istituzione. Questa pantomima ormai si ripete ad ogni tornata elettorale, per poi essere dimenticata il giorno dopo le elezioni”, sostiene Luciano Fedeli per la segreteria Pci Federazione di Grosseto.
“Quest’appello – prosegue -, tanto accorato quanto fasullo, non è mancato neanche alle delle ultime politiche, dove i due segretari del Pd hanno assicurato che mai si sarebbero accordati con i cinque stelle, né tantomeno con la destra. Ebbene con i cinque stelle ci hanno fatto il Governo e oggi, dopo la crisi scatenata dalla costola renziana, quelli che ieri chiedevano il voto per sconfiggere le destre, pur di governare si accordano anche con le destre.
Già con i Governi Renzi e poi Gentiloni fu la stessa musica, ma non è solo questione di formule e alleanze. Sono stati proprio i governi a guida Pd a tagliare sanità e welfare, abrogare l’articolo 18, precarizzare il lavoro con il Jobs act, e a tentare di stravolgere la Costituzione. La storia si ripete, dunque, questa volta con una messinscena paurosa che ha visto liquidare il Governo Conte bis per andare a trovare una figura tecnica come Mario Draghi che non avrà solo mandato di spendere le risorse europee, ma quello più delicato di fare quelle riforme che graveranno ancora sulle spalle dei cittadini.
Evidentemente Mario Monti, Elsa Fornero & company non sono bastati. Ma se il Parlamento deve lavorare sulle emergenze, tutta questa pantomima poteva essere evitata, bastava allargare la partecipazione alle altre forze parlamentari lavorando per le stesse emergenze – urgenze indicate a Draghi, con l’impegno tra giugno e settembre di svolgere le elezioni politiche per ridare la parola al popolo sovrano. Questo non si è voluto e la giustificazione c’è, ci dicono i grandi esponenti nazionali del Pd a cui fanno eco quelli nostrani come Francesco Limatola e Marco Simiani: dobbiamo pensare al bene del Paese. Eh già, aggiungiamo noi del Pci, del male gliene avete già fatto abbastanza e probabilmente ne farete altro.
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In questa situazione ci chiediamo come altre forze, che pur si dichiarano alternative, possano pensare di dialogare e fare accordi, anche solo a livello locale, con il Pd e con i partiti che gli fanno da stampella, favorendo ancora quel disegno che ha portato all’annullamento dei diritti e che porterà ancora ad effetti di macelleria sociale a carico soprattutto e dei soggetti più deboli delle giovani generazioni.
Ribadiamo quindi il nostro indirizzo politico anche per le prossime amministrative: non intendiamo dialogare con il Pd per arrivare a ipotetici accordi perché sarebbe il meno peggio.
Noi siamo per il meglio e non per il meno peggio, ammesso che lo sia, perciò non siamo disponibili neppure ad alleanze con i partiti stampella come LeU e le altre sigle che si richiamano ad una sinistra generica che sostiene ai vari livelli le istituzioni a guida Pd. Né faremo parte di quei contenitori multicolori che sorgono senza precisa identità ad ogni scadenza elettorale, rendendo opachi e confusi i valori della sinistra.
Ci rivolgiamo a chi vuole costruire una vera alternativa, richiamando al dialogo tutte le forze comuniste con le quali è possibile un confronto costruttivo che, mantenendo le rispettive identità nella forma e nella sostanza, possa dar luogo ad alleanze che costituiscano un’alternativa comunista senza varianti di comodo, opportunismo o convenienza.
Così sarà per le prossime amministrative di Grosseto, dove da tempo il nostro partito è al lavoro per la costruzione della propria lista con il simbolo del Pci, ma resta disponibile ad includere altri simboli e identità, purché si propongano davvero come alternativa al sistema”, conclude.