GROSSETO – Prosegue senza sosta la lotta all’illegalità da parte della Guardia di Finanza, questa volta nei confronti di un “falso appartenente” alle Forze dell’ordine.
Era da qualche giorno che al Comando di Grosseto giungevano alcune segnalazioni riguardanti un soggetto che si spacciava per maresciallo della Guardia di Finanza agli esercenti, chiedendo contante. In particolare, il falso appartenente aveva puntato la sua malevola attenzione nei confronti delle farmacie: entrava (da solo ed in abiti civili), si presentava come ispettore del Corpo e, sostenendo dovesse fare ipotetici verbali/multe per presunti assembramenti e violazioni alle norme Covid, chiedeva denaro contante per i “relativi bolli” da applicare.
“Purtroppo due farmacie sono cadute nel tranello e hanno consegnato denaro all’uomo, che si è dileguato immediatamente”, spiega la Guardia di Finanza.
I finanzieri del capoluogo si sono messi sulle tracce del falso “collega” ripreso dalle telecamere di una farmacia truffata, appostandosi in maniera discreta ma capillare su tutto il territorio, con particolare attenzione ai pressi delle farmacie. Dopo alcune di ore vigilanza occulta, il soggetto è stato quindi individuato e rintracciato in una zona centrale di Grosseto. E’ stato portato in caserma e di fronte ai vari riscontri nel frattempo acquisiti dai militari, dopo un iniziale tentativo di negare, alla fine sono emerse evidenze e contraddizioni che lo hanno incastrato ai fatti. L’uomo è stato quindi denunciato per vari reati alla Procura delle Repubblica di Grosseto.
“L’attività svolta si inquadra tra i servizi svolti dal Corpo a tutela dei cittadini e delle attività economiche, col fine di contrastare anche questi illeciti, particolarmente malevoli e spregevoli. A tal proposito, si rammentano alcune norme di attenzione – spiegano i finanzieri -:
nessun vero legittimo appartenente alle Forze dell’Ordine chiede denaro contante paventando presunti verbali e/o “bolli”;
gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, di norma e salvo alcuni servizi e/o situazioni particolari, non lavorano mai da soli, soprattutto se in borghese; hanno altresì sempre al seguito il “tesserino di riconoscimento” dell’Amministrazione di appartenenza, e NON solo “placche” e/o portafogli con distintivi;
in caso di reali ed effettivi dubbi connessi a comportamenti anomali (ad esempio se, come occorso, in abiti civili non si mostra il tesserino e viene per giunta chiesto denaro) è sempre opportuno chiamare i numeri di pronto intervento (per la Guardia di Finanza, il numero 117)”, concludono.