GROSSETO – Pazienti in carico alla Cardiologia dell’ospedale Misericordia costantemente controllati grazie alla tecnologia, potenziata in era Covid.
In questo caso la tecnologia viene incontro a quei pazienti portatori di pacemaker o con defibrillatore impiantabile, per i quali il team della Cardiologia grossetana, diretta dal dottor Ugo Limbruno, ha messo a punto un sistema di monitoraggio continuo che attraverso un kit, consegnato al paziente, consente l’invio dei parametri di funzionamento del dispositivo al centro di riferimento; i sanitari, ricevuta la trasmissione, valutano il caso e contattano il paziente per un confronto telefonico o lo convocano in ospedale per un approfondimento, solo se necessario.
Il progetto di continuità assistenziale nasce dal fatto che questi dispositivi elettronici necessitano di un periodico controllo, volto sia a verificarne il funzionamento, ma anche a sorvegliare la salute del paziente, attraverso sensori che monitorano le principali funzioni vitali. Il controllo, effettuato una o due volte all’anno, veniva effettuato esclusivamente presso l’ambulatorio di Cardiologia del Misericordia, dove ci sono le strumentazioni e le competenze necessarie per una valutazione specialistica.
C’è un’altra novità tecnologica. Da dicembre 2020 è stato implementato un nuovo sistema per la diagnosi della fibrillazione atriale tramite lo smartphone del paziente. La fibrillazione atriale è un’aritmia molto diffusa tra la popolazione, che può presentare ripercussioni sanitarie rilevanti, in modo particolare per quanto riguarda il rischio di ictus.
Tale patologia interessa spesso in modo impercepibile pazienti per altro asintomatici, diventa pertanto fondamentale intercettarne i sintomi nei soggetti a rischio, al fine di prevenire conseguenze negative sulla loro salute. Il nuovo sistema si affianca a quelli già in uso e rappresenta un ulteriore passo avanti nell’ambito della Cardiologia che si dimostra una specialistica sempre più moderna e tecnologicamente all’avanguardia, attenta ai bisogni della persona.
“Nell’anno della pandemia da Covid 19, una delle sfide più impegnative per i sistemi sanitari è riuscire a garantire e mantenere elevati livelli di assistenza per tutte le patologie no Covid – afferma Limbruno – Le misure anti-contagio hanno ridotto gli accessi ai presidi ospedalieri e le persone stesse sono spesso reticenti a recarsi in ospedale o dal proprio medico per timore, trascurando in tal modo la propria salute. Per ovviare al disagio della movimentazione dei pazienti, abbiamo messo in campo questo progetto di telemedicina, iniziato nel 2020”.
Nella provincia di Grosseto sono quasi 2000 le persone che a causa di una anomalia del ritmo cardiaco, che ne mette a rischio la vita, hanno ricevuto l’impianto di un pacemaker o di un defibrillatore automatico. Per questi pazienti, per lo più anziani e spesso non autosufficienti, venire fisicamente in ospedale, magari partendo da zone remote del territorio mal collegate, può essere, oltre che pericoloso in tempo di pandemia, molto impegnativo e costoso in termini di assistenza da parte delle famiglie e dei servizi sociali.
“Al momento abbiamo circa 700 pazienti che hanno aderito al nostro programma di telemonitoraggio – spiega il dottor Luigi Addonisio, responsabile del programma telemedicina della Cardiologia – Il monitoraggio domiciliare ha un grande valore sociale perché permette di evitare il trasposto in ospedale di pazienti fragili e vulnerabili che non sono in grado per la maggior parte dei casi di spostarsi in autonomia. Il nostro obiettivo è di estendere entro 3 anni questa modalità di controllo a tutti i pazienti afferenti al nostro ambulatorio di elettrofisiologia”.
“Abbiamo iniziato circa 10 anni fa con un progetto sperimentale su un campione di circa 200 pazienti, in cui il telemonitoraggio ha affiancato nel tempo il controllo ambulatoriale di routine – conclude il dottor Gennaro Miracapillo, responsabile dell’Unità semplice di Elettrofisiologia del Misericordia – Ciò ha permesso di migliorare gli aspetti tecnologici e organizzativi del sistema, di cui abbiamo intuito immediatamente l’immenso potenziale. Due anni fa abbiamo deciso, incoraggiati e sostenuti dalla direzione aziendale, di implementare le potenzialità della tecnologia, facendo di fatto diventare il telemonitoraggio la modalità esclusiva di controllo per una gran numero di persone. A oggi il nostro programma di telecardiologia è uno dei più importanti e avanzati a livello nazionale”.