GROSSETO – Hanno dato tutti esito negativo i tamponi ai quali si sono sottoposti, nella mattinata di venerdì, i sacerdoti che, essendosi trovati a contatto con il parroco del Santissimo Crocifisso risultato positivo, si erano messi in quarantena fiduciaria.
Si tratta del vicario generale della Diocesi, don Paolo Gentili e dei sacerdoti don Franco Cencioni, don Giovanni Tumiatti (parroco di Buriano), don Marcello Di Giuseppe (parroco di Roccastrada), don Enzo Mantiloni (parroco di Caldana), don Fabio Bertelli (parroco di san Giuseppe), padre Stefano Piva (comunità di Siloe, parroco a Casal di Pari).
Si sono, poi, volontariamente sottoposti a tampone, pur essendo solo contatto di contatto, anche il rettore del Seminario, don Gian Paolo Marchetti e i due giovani dell’anno propedeutico che prestano servizio al Santissimo Crocifisso e all’Addolorata e che in questi giorni, a titolo puramente precauzionale, si erano voluti separare dal resto della comunità del Seminario. Anche i loro tamponi sono negativi.
Nel contempo, la chiesa del Santissimo Crocifisso è stata sanificata ed è regolarmente aperta. In questo fine settimana si terranno le Messe come da orario consueto. Il parroco, che continua a manifestare lievi sintomi, sarà sostituito dal vicario generale e da un altro sacerdote.
“Ci teniamo ad agire nella massima trasparenza – sottolinea il vicario generale don Paolo Gentili – come abbiamo fatto in tutti questi mesi, perché abbiamo coscienza massima del nostro ruolo. Per questo senza alcun problema, perché nulla c’è da nascondere, abbiamo dato pubblica comunicazione degli esiti dei sierologici a cui, clero e personale di Curia si sono a più riprese sottoposti, del caso di positività del parroco del Santissimo Crocifisso, come ora diamo i nomi dei sacerdoti che, sottoposti a tampone, sono risultati negativi. Questo allo scopo di tranquillizzare tutti, ma anche di provare a mettere fine alla ricerca, avvenuta in questi giorni, di chi fossero i sacerdoti in quarantena. E’ stato un fatto che ci ha molto colpiti in negativo e che ci auguriamo non si ripeta in futuro”.
“Nessuno di noi è tanto superficiale da non adottare le misure per assicurare ai fedeli che partecipano alle celebrazioni il rispetto scrupoloso delle disposizioni contenute nel protocollo Governo-Cei per la ripresa delle liturgie col popolo. Non solo, ma nel prossimo incontro del clero forniremo un vademecum aggiuntivo, nel quale sono ulteriormente specificate le cose che si possono e non si possono fare negli ambienti parrocchiali in base alla collocazione in zona gialla, arancione o rossa. Detto questo, riteniamo che la mutua carità richieda il sostegno ai sacerdoti eventualmente colpiti da covid. Costruire comunione: questo ci è chiesto sempre e ancor più in frangenti complessi come questo”, conclude don Gentili.