GROSSETO – Lunedì 18 gennaio si riunirà l’Assemblea generale della Cgil – composta di 85 membri – per eleggere il nuovo segretario della Camera del lavoro territoriale. I membri dell’organismo della Cgil saranno parte presenti fisicamente in sede, e parte collegati in remoto. Nell’occasione saranno presenti Dalida Angelini, segretaria regionale della Cgil, e Gianna Fracassi, vicesegretaria nazionale del sindacato.
Per Claudio Renzetti è l’ultimo giorno da segretario confederale, a otto anni e mezzo dal suo insediamento a seguito della conclusione del precedente periodo di commissariamento della Camera del lavoro.
«Questi otto anni – dice Renzetti – sono stati un periodo lungo in cui si sono susseguiti molti fatti rilevanti per il Paese e per la Maremma, ma proprio per questo sono passati velocissimi. Per me, che praticamente dal posto di lavoro mi sono ritrovato catapultato in un incarico che non mi sarei mai aspettato, e per l’intero gruppo dirigente della Camera del lavoro. Tutti impegnati ventre a terra per portare definitivamente l’organizzazione fuori dalle secche in cui eravamo finiti negli anni precedenti.
Nella vita ho fatto l’operaio agricolo, il manovale, il boscaiolo cottimista, l’operaio e l’impiegato pubblico. E tutte le volte che ho iniziato un nuovo lavoro ho subito preso la tessera della Cgil. La mia prima volta è stato a 15 anni, quando feci la stagione estiva in campagna per mettere insieme i primi risparmi.
Per questo accettare otto anni fa di fare il segretario, è stato prima di tutto un gesto d’amore per il sindacato nel quale mi sono sempre immedesimato. Non solo come lavoratore.
A conclusione di questa mia esperienza alla guida di una Camera del lavoro che ha oltre 120 anni di storia sulle spalle, posso dire con grande orgoglio che lascio un’organizzazione forte, nella quale si respira un clima di serenità e centrale rispetto alle dinamiche tumultuose che investono il mondo del lavoro anche nella nostra realtà. Un’organizzazione che oggi è finanziariamente solida e che conta su 31.000 iscritti certificati.
Non è stata una passeggiata, ma il risultato di un tenace lavoro condiviso con tanti compagne e compagni, ai quali mi lega un sentimento di gratitudine e di affetto sincero.
A chi mi succederà nel ruolo di segretario e alla nuova segreteria auguro di cuore ogni fortuna, ma soprattutto di svolgere il proprio compito con la serenità e la determinazione che richiedono un’organizzazione vasta e radicata come la Cgil. Consapevole che per la nostra gente siamo qualcosa di più che un sindacato.
Un paio di anni fa abbiamo definito la nostra piattaforma strategica che al prossimo congresso sarà aggiornata. È in gran parte diventata patrimonio condiviso dentro al documento d’indirizzo messo a punto dal tavolo “Grosseto Sì, va avanti!”, che riunisce tutte le organizzazioni sindacali e datoriali della Camera di commercio. Fra i molti temi che toccherò nella relazione di fine mandato, ci sono la strategia che abbiamo definito del “sindacato di strada” per reinsediarci nel mondo del lavoro in continuo cambiamento, e temi come le infrastrutture, il rafforzamento del manifatturiero nella logica del superamento della logica del “piccolo è bello”, la sfida della qualificazione digitale del lavoro per valorizzare anche le aree periferiche interne, la modernizzazione dei servizi pubblici, la qualificazione in una prospettiva “industriale” del turismo e un nuovo modello di contrattazione sociale e territoriale.
Pandemia, rivoluzione digitale e riconversione energetica hanno cambiato le cose in pochissimo tempo, e questo imporrà l’aggiornamento delle strategie e nuove sintesi sin dai prossimi mesi. Gestione del ciclo dei rifiuti e dei servizi pubblici locali, politiche industriali, geotermia, stoccaggio dei gessi rossi, infrastrutture sono i temi sui quali il nuovo gruppo dirigente sarà chiamato a impegnarsi sin dalle prossime settimane. Con scelte difficili ma necessarie per garantire un futuro al nostro territorio. So di lasciare la Cgil e la Maremma in buone mani, a persone che ragionano guardando ai bisogni reali di chi vive del proprio lavoro e non ha rendite di posizione.
Infine, voglio ringraziare le compagne ed i compagni che lavorano nella nostra struttura. Che in un periodo durissimo in cui prima la crisi e poi la pandemia si sono mangiate 10.000 “unità di lavoro equivalenti”, sono riusciti a dare protezione sociale a chi era più esposto e indifeso. Garantendo l’erogazione degli ammortizzatori sociali, che con un incremento del 1058% di Cig sono stati migliaia, e più di 7.000 bonus da 600 euro sui 30.000 complessivi, tanto per fare un paio di esempi. I lavoratori di questa provincia sanno di poter contare sulla nostra capacità di dare loro le risposte che cercano. Viva la Cgil, dunque. E buona navigazione a chi subentra».