GROSSETO – È partita questa mattina la campagna “Scuole sicure” voluta dalla Regione Toscana e dalla Asl Toscana sud est per avviare uno screening che consenta di valutare la diffusione del Coronavirus nelle scuole.
La campagna, che è partita dal liceo classico Carducci Ricasoli di Grosseto, vede coinvolte undici scuole in tutta la provincia: due a Follonica e il resto nel capoluogo.
Oltre alle scuole sono state estratte anche alcune sezioni (una per scuola). Ad esere sottoposti a tampone saranno cinque ragazzi a settimana per ogni classe della sezione prescelta. A rotazione. Ovviamente l’adesione sarà volontaria, ma l’invito che fa la Asl alle famiglie, come sottolinea la dottoressa Sara Villari, responsabile del progetto, «è proprio quello di rendersi disponibili, così da non rendere vano lo screening» e consentire di effettuare uno studio le cui risultanze potrebbero essere importanti anche a livello nazionale. «Purtroppo se non c’è l’adesione di almeno metà classe i tamponi fatti non serviranno a nulla ai fini dello studio stesso».
«Abbiamo individuato ambienti consoni all’interno della scuola – precisa il dirigente scolatico del liceo classico Roberto Mugnai -. Pensiamo che questa iniziativa sia un segnale di attenzione verso il settore della scuola da parte della Asl e della regione Toscana. Il monitoraggio coinvolgerà alcune classi campione (dalla prima alal quinta di una sola sezione). E come istituto scolacorrrstico ci siamo messi subito a disposizione; anche le famiglie hanno apprezzato l’iniziativa».
«Le scuole hanno dato piena disponibilità da ora sino al 10 giurno – precisa Maurizio Spagnesi direttore del dipartimento della Prevenzione della Asl -. Ogni settimana verrà fatto, a rotazione, il tampone a cinque ragazzi per volta. Questo per avere un’idea di come circola il virus in queste classi di età tampone. Il tampone è un antigenico rapido di ultima generazione».
Sarà presente il medico della scuola. E oltre al monitoraggio la cosa servirà per isolare immediatamente eventuali casi positivi che dovessero sopravvenire.
«Non abbiamo dati certi per dire la scuola sia stata colpevole in qualche maniera dell’aumento dei contagi – affermano durante la conferenza stampa – È innegabile ci siano state positività. Ma affermare che il contagio sia avvenuto all’interbo lo ritenfgo difficile. Forse influiscono i trasporti o altri motivi di aggregazione. Un obiettivo di questo studio è proprio capire come si muove il virus nella scuola». E su questo Mugnai precisa: «Gli studenti hanno risposto bene alle misure adottate. Un istituto come il nostro ogni giorno vede la presenza di 1300 persone (ora il 50%) che si muovono, condividono spazi, bagni… Se la scuola fosse fonte di contagio avremmo avuto ben più casi».