GROSSETO – «Continuano a arrivare alla nostra organizzazione sindacale, molteplici segnalazioni di infermieri e operatori socio sanitari che, assunti con procedura d’urgenza legata alla pandemia da Covid, si sono visti applicare dal precedente datore di lavoro la penale per mancato preavviso di licenziamento» a dirlo Fernando de Luca dell’Usb Federazione provinciale di Grosseto. «Da marzo 2020 a oggi, infatti, sono centinaia le lavoratrici e i lavoratori reclutati dalle graduatorie concorsuali, dalle varie Asl toscane per fronteggiare l’emergenza pandemica e l’entrata in servizio, data l’eccezionalità del contesto, era prevista entro una settimana dalla chiamata».
«Tante, fra le persone presenti nelle graduatorie concorsuali, già avevano un contratto di lavoro in essere e provenivano dalle Cooperative Sociali e si sono visti detrarre dalla busta paga finale la penale, invero onerosa, per mancato rispetto dei termini di preavviso. Certamente tutto questo è avvenuto nel rispetto della norma e dei contratti di lavoro, ma non possiamo non notare che nessuno, datori di lavoro in primis, si è fatto scrupolo nello scaricare il costo dell’operazione sulle spalle di lavoratori che sono stati impiegati, poi, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Covid. Tutto questo è continuato fino a quando la Regione Toscana, con colpevole e incomprensibile ritardo, il 13 novembre 2020 ha emanato una circolare nella quale veniva specificato che nessuna penale era dovuta in caso di reclutamento per l’emergenza Covid».
«Pur capendo le difficoltà nelle quali si sono venute a trovare le Cooperative a causa dell’emorragia di dipendenti e la complessità nel reclutarne di nuovi – prosegue la nota del sindacato -, non possiamo far altro che constatare con amarezza quanto lo spirito sociale e solidaristico che dovrebbe contraddistinguere l’associazionismo cooperativo, rimanga invece solo sulla carta e le lavoratrici e i lavoratori, troppo spesso oltretutto obbligati a diventare soci-lavoratori delle Cooperative, rimangano intrappolati e invischiati in meccanismi che, spesso aggravati da una perniciosa rincorsa al massimo ribasso delle gare di appalto, pregiudicano le condizioni di lavoro e di sicurezza.»
«E’ inoltre da evidenziare e sottolineare con quanta disattenzione e con quanto ritardo sia stata, infine, affrontata la problematica. Infatti, a differenza dalla Regione Lazio che fin da marzo 2020 ha emanato una ordinanza regionale che esentava i lavoratori chiamati per l’emergenza pandemica dal dare il preavviso, la Regione Toscana ha tergiversato fino a novembre 2020 “indicando e invitando” solamente a non applicare la penale. Se ce ne fosse bisogno un ulteriore, piccolo ma significativo segnale di quanto la riforma del titolo V della Costituzione e l’assegnazione delle competenze in materia di salute alle Regioni abbia frammentato, anche in termini di gestione del personale oltre che nella possibilità di accesso ai servizi e di diritto alla salute, il Sistema Sanitario Nazionale».
«USB nel portare nuovamente all’attenzione le difficoltà e le problematiche nelle quali tante lavoratrici e lavoratori sono incappati, chiede con forza si che ponga rimedio a questa ingiustizia, che la Regione Toscana si faccia parte attiva in tempi brevi per trovare una soluzione che porti a un risarcimento economico e che, così facendo, si riconosca finalmente il ruolo fondamentale che hanno avuto, e hanno, nel contrasto alla pandemia» conclude la nota.