GROSSETO – Ha indossato la talare che gli cucì, moltissimi anni fa, il fratello Renato, bravissimo sarto, e il camice che 70 anni fa gli ricamarono le ragazze di Boccheggiano, in occasione della sua ordinazione sgacerdotale. E ha usato il calice che in quell’occasione gli fu donato.
Con questi tre segni esteriori e molti di più quelli interiori don Franco Cencioni oggi ha festeggiato i 70 anni di sacerdozio.
Una vita intera spesa con generosità, zelo, passione, premura per la Chiesa di Grosseto e la sua gente. E la Maremma in queste ore gli ha tributato tanti segni di affetto, attenzione, cura per esprimergli la gratitudine e la riconoscenza.
Alle 11 la Messa giubilare in quella cattedrale che lo vede protagonista dal 1961, presieduta dal vescovo Rodolfo. Nella sua persona tutti i Vescovi che si sono succeduti alla guida della Diocesi. A partire da Paolo Galeazzi, che 70 anni fa ordinò don Franco.
Numerosi i confratelli sacerdoti a concelebrare, giunti anche dalla vicina diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Don Franco, infatti, venne ordinato sacerdote nella chiesa di Santo Stefano, a Porto Santo Stefano in occasione della consacrazione della chiesa di Santo Stefano ricostruita dopo i bombardamenti della guerra. Lì don Franco tornerà sabato 26 dicembre per concelebrare col parroco don Sandro Lusini.
Alla celebrazione sono intervenuti anche il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna; autorità militari; delegazioni della confraternita di Misericordia e della Croce Rossa e tanta gente. Al termine anche il prefetto Fabio Marsilio, in sacrestia, ha portato il suo saluto grato a don Franco.
“Vogliamo dirti grazie e che ti vogliamo bene!”, ha esordito il vescovo Rodolfo nell’omelia, rivolgendosi al vescovo Cencioni. Citando, poi, il salmo letto durante la Messa, il Vescovo “ti siamo grati e con te oggi ringraziamo Dio e quanti ti hanno aiutato in questi lunghi anni di vita e di sacerdozio: io ti frequento da otto anni e vedo come ricordi spesso tante persone, tanti sacerdoti che ti sono stati vicino e ti hanno aiutato e le tante, infinite persone di cui hai nel cuore e nella mente i nomi, i fatti, i caratteri, il bene, le esperienze fatte insieme. Tutti insieme ringraziamo il Signore per te e preghiamo per te, perché in te continui lo zelo che hai sempre dimostrato. E anche se gli anni portano qualche fatica, esso in te non si riduce”.
Commosso e felice, al termine della Messa don Franco ha preso la parola per un saluto a suo modo, a braccio, in cui ha spaziato su tanti temi, esortato i suoi confratelli, le autorità civili, i laici a fare ognuno bene la propria parte.