GROSSETO – “Le ultime misure del Consiglio dei ministri sulla circolazione nelle prossime festività natalizie non consentiranno di far lavorare le imprese ricettive nei prossimi quindici giorni, nonostante che, anche le aziende operanti nelle province di Grosseto e Livorno, come tutte quelle italiane, si fossero fortemente impegnate a garantire, alla clientela, una soggiorno contraddistinto da elevate misure di sicurezza sanitaria”.
A scriverlo, in una nota, il presidente di Federalberghi della Maremma e del Tirreno Maurizio Parrini.
“Senza una possibilità accettabile di circolazione sul territorio per l’intero periodo delle festività natalizie – prosegue -, appare quantomeno paradossale consentirci di rimanere aperti.
E cosa dire dell’ulteriore schiaffo al turismo con il decreto che stanzia 650 milioni per tutelare, come è giusto, i bar e i ristoranti, ma dimentica completamente le strutture ricettive, che hanno subito danni ancora maggiori?
Se il Governo non dimostra interesse al nostro comparto, anche la Regione Toscana non si discosta da questa linea avendo stanziato 20 milioni unicamente per il settore della ristorazione.
Tutto ciò è vergognoso, se si pensa che nel 2020 verranno meno 245 milioni di presenze ed il fatturato del comparto ricettivo italiano subirà una perdita di 14 miliardi di euro.
Tutto ciò è sconcertante se si tiene conto che, fino a questo momento, i vari pacchetti ristori che si sono susseguiti hanno rappresentato, diciamolo chiaramente, una “pacca sulla spalla” a chi fa impresa nel turismo.
Fortunatamente l’impegno e la pressione della federazione che, in audizione alla Camera lo scorso 24 novembre, aveva chiesto un segnale positivo sugli emendamenti ha portato una boccata d’ossigeno con l’esenzione dell’ Imu, recepita dalla Commissione Bilancio nella proposta di legge di bilancio anche per il 2021, il credito di imposta sulle locazioni di affitto di azienda, la sospensione contributiva , e l’esenzione IRAP che auspichiamo protrarsi anche per tutto il 2021.
Ma tutto ciò non basta. Qui si tratta di un problema di coscienza, anzi, d’incoscienza, dimostrata ancora una volta da chi governa, distante dal comprendere che il nostro settore rappresenta il 14% del pil del paese. Paese che nei prossimi decenni potrà trovare competitività e uscire dal tunnel puntando, in primis, sulle risorse della filiera turistica.
Occorre quindi riservare una maggiore attenzione anche alle misure in favore della categoria – conclude -: i decreti ristori, la legge di bilancio e il Recovery plan, sono strumenti di importanza strategica a livello nazionale, ma tanto possono anche le amministrazioni comunali e regionali”.