GROSSETO – “Assistiamo in questi ultimi giorni del 2020 ad un vero e proprio assalto agli uffici postali di tutta la provincia”, scrivono, in una nota congiunta, i sindacati Slc Cgil, Slp Cisl e Uil Poste.
“Le code davanti agli ingressi sono ormai la normalità – proseguono -, creando grossi problemi di assembramenti e talvolta anche di ordine pubblico. Sono sempre più frequenti infatti le notizie di litigi e aggressioni che si verificano in queste situazioni.
Le cause di tutta questa pressione vanno ricercate tra vari aspetti: uffici chiusi e razionalizzati, scadenze di pagamenti, Tari, Imu, le richieste di attivazione dello Spid per il Cashback, il ritiro o la spedizione di pacchi o di corrispondenza a firma.
In tutto questo aumento di operatività i dipendenti di Poste sono chiamati a turni lunghi ed estenuanti, spesso in regime di straordinario, per poter garantire al meglio il servizio per i cittadini.
Nonostante tutto l’impegno però non mancano mai le critiche ai lavoratori e le aggressioni sia verbali sul momento che sui social. Evidenziamo vere e proprie campagne di denigrazione sull’operato dei nostri colleghi, troppo spesso valvola di sfogo dell’insoddisfazione e delle frustrazioni dei cittadini.
Quotidianamente assistiamo a code davanti alle panetterie, ai negozi, alle farmacie, ma non registriamo la stessa ostilità, come se gli operatori postali, in tutti i settori, fossero lavoratori di serie B.
Come segreterie provinciali esprimiamo preoccupazione per il momento che stiamo vivendo. Gli uffici non hanno mai chiuso al pubblico, come invece hanno fatto altri enti, i lavoratori e le lavoratrici di Poste non si sono mai fermati e sono stati sempre in prima linea, a contatto con un pubblico il cui flusso non è mai calato.
Abbiamo chiesto più volte, inutilmente, di limitare allo stretto indispensabile la presenza all’interno degli uffici, di venire solo per motivi veramente indifferibili.
Ora chiediamo a gran voce rispetto per la salute ed il lavoro di tutti i dipendenti di Poste Italiane che operano con grande senso del dovere e che sono i primi a subire le conseguenze di queste lunghe file. Con il loro impegno, fatto di turni lunghissimi, pause pressoché assenti, ferie rimandate, permessi negati, si caricano del peso di organici non adeguati alla clientela da servire.
Ci rivolgiamo anche alle autorità locali – concludono -: ai sindaci, perché si mobilitino con l’Azienda Poste Italiane per ottenere la riapertura di tutti gli uffici chiusi o razionalizzati, in modo da evitare la concentrazione dei cittadini; al prefetto perché si adoperi per il mantenimento dell’ordine pubblico all’esterno degli uffici”.