FIRENZE – Tre protocolli d’intesa che hanno come obiettivo la sicurezza sul lavoro, la lotta all’illegalità e alle contraffazioni agroalimentari. La Toscana ha rinnovato per il triennio 2021-2023 i progetti speciali per la sicurezza sul lavoro con il distretto di Prato, con quello Apuano e per il controllo e la repressione delle frodi agroalimentari con il distretto di Siena, Grosseto e Arezzo.
Li ha presentati stamani il presidente Eugenio Giani insieme al procuratore generale Marcello Viola: tre atti per dare continuità alle azioni messe in atto dalla Regione e proseguire i controlli per la sicurezza dei lavoratori, contro il lavoro nero e sommerso e contro quell’illegalità che non garantisce i diritti più elementari dei lavoratori nei due distretti toscani oltre che contro azioni di contraffazione che mettono a rischio prodotti toscani noti in tutto il mondo e la salute dei consumatori.
Prato e le cave di marmo di Carrara in passato sono stati teatro di gravi incidenti sul lavoro e da anni la Regione ha avviato un attento e capillare piano di controlli che si è affiancato, rafforzandoli, ai controlli messi in atto dalle Asl. L’ultimo episodio della contraffazione del vino Sassicaia ha dato l’input ad azioni coordinate per evitare l replicarsi di simili reati.
“Prosegue e si sviluppa questa sinergia tra Regione e Procure – ha spiegato il presidente Eugenio Giani – perché ci siamo resi conto, proprio nella concretezza di questa esperienza, che grazie ad indagini puntuali e accurate è possibile individuare consuetudini che contravvengono alla necessaria tutela dell’igiene pubblica o modalità di lavoro illegali. Si fanno così emergere reati e al tempo stesso si svolge una fondamentale funzione di prevenzione, così da favorire il rispetto delle norme e della legalità”.
“E’ una proficua collaborazione quella con la Procura – ha ribadito -, che ha già dato risultati evidenti e che ci auguriamo possa essere applicata e estesa anche ad altri contesti della nostra regione. Sono formule originali che fanno fare un salto di qualità al nostro livello di civiltà perché consentono di utilizzare personale qualificato grazie all’esperienza offerta dal lavoro appassionato di tanti procuratori e uomini di giustizia”.
“I risultati ottenuti ci hanno convinto della assoluta validità dl progetto che riguarda settori importanti per l’economia toscana dalla sicurezza sul lavoro alla repressione delle frodi in materia agroalimentare alla tutela ambientale – ha aggiunto il procuratore Viola – profili importanti per la tutela della salute del lavoratore, del consumatore e del territorio. Il supporto prezioso fornito dalla Regione, con l’arrivo di personale e di giovani che vengono a formarsi presso i nostri uffici, ci ha consentito di dare un sostegno importante alle Procure della Repubblica e alla Procura Generale per quello che riguarda il coordinamento delle attività sul territorio, nella direzione dell’affermazione di un serio controllo della legalità, della prevenzione e eventualmente della repressione di illeciti, della emersione di realtà su situazioni anche complesse, come quella di Prato, dove alla individuazione di un illecito ne seguono altre in materia di illeciti fiscali o lavoro nero. O, come per le frodi alimentari, di interventi dove sono state accertate connessioni con la criminalità organizzata che in questo modo sono stati arginati. Tutti ambiti, quindi, in cui si afferma il principio di legalità”.
Il primo protocollo è stato firmato con la Procura generale di Firenze e le Procure della Repubblica di Firenze, Prato e Pistoia per proseguire per altri tre anni il progetto “Prato Lavoro sicuro” al quale la Toscana assegna 1 milione e 521mila euro dal 2021 al 2023 (507mila euro l’anno).
Il progetto “Prato Lavoro Sicuro” è stato proposto e realizzato dal sottoscritto la prima volta nel 2014 dalla Regione Toscana, dalla Asl, dal Comune di Prato e dalla Procura della Repubblica, dopo tragedia avvenuta a Teresa Moda il 1 dicembre 2013 nel rogo notturno in cui persero la vita cinque uomini e due donne, sette operai di origine cinese che in quel capannone lavoravano e vivevano. Pochi mesi dopo la Regione assunse attraverso la Asl settantaquattro nuovi giovani ispettori per la sicurezza, li formò e partì il progetto “Lavoro Sicuro”, con controlli a tappetto in tutta l’area metropolitana: a Prato per lo più ma anche a Firenze, Empoli e Pistoia. Quel piano straordinario, già rinnovato una volta, proseguirà ancora, nel segno della prevenzione più che del controllo.
I controlli effettuati in 7 anni: più di 14 mila sopralluoghi dal settembre del 2014 al 31 ottobre scorso e quasi 18 milioni di euro incassati dalle sanzioni comminate per le irregolarità. Ma sono cresciute anche, nel tempo, le aziende che ai controlli si sono dimostrate a posto: nel 2014 a Prato erano solo il 20 per cento e nel 2020 si attestano attorno al 48 per cento (il 32 e quasi il 63 per cento in tutta la Asl centro). Le irregolarità che rimangono si sono fatte meno gravi (sono calati del 68 per cento i dormitori, giù dell’80 per cento gli impianti elettrici non a norma, dimezzate le notizie di reato); inoltre i controlli hanno avuto risvolti positivi sul fronte della regolarità fiscale e del pagamento delle tasse.
Il secondo protocollo, con le Procure generali di Firenze e Genova e con le Procure della Repubblica di Lucca e Massa al quale la Regione assegna 486mila euro dal 2021 al 2023 (162mila euro l’anno) per proseguire il progetto speciale sulle cave per il Piano straordinario per la sicurezza nella lavorazione del marmo nel distretto Apuo-Versiliese, approvato nel 2016.
Il piano fornisce indicazioni precise e stringenti su tutte le operazioni e i passaggi della lavorazione del marmo. Se datori di lavoro e lavoratori le seguono scrupolosamente, in futuro potranno forse essere evitati gli incidenti che negli ultimi anni hanno funestato le Apuane”.
Le linee di indirizzo si soffermano sui macchinari utilizzabili; sul sezionamento e la riquadratura di blocchi di marmo con macchine a filo diamantato o con tagliatrici a lama dentata; passano in rassegna tutte le fasi della lavorazione e la cronologia, dando indicazioni scrupolose sul comportamento da tenere e le precauzioni da prendere, sia da parte del sorvegliante che da parte di tutti gli addetti alle operazioni di sezionamento e riquadratura; e su tutte le protezioni che devono essere predisposte durante i lavori.
Il terzo protocollo riguarda la repressione delle frodi agroalimentari con la collaborazione tra Regione e Procura Generale di Firenze con le Procure della Repubblica di Siena, Grosseto e Arezzo. L’obiettivo: il potenziamento delle attività di ispezione e di contrasto alle frodi agroalimentari; la messa a disposizione degli uffici giudiziari di unità di personale del sistema sanitario regionale e di giovani; l’istituzione di un Tavolo di monitoraggio.