GROSSETO – “Una vera e propria condanna si è sollevata, non più tardi di qualche giorno fa, sulle dichiarazioni, evidentemente ironiche, come lui ha in più di un’occasione precisato, del consigliere di Grosseto Pasquale Virciglio riguardo a Rosy Bindi“.
A scriverlo, in una nota, il deputato maremmano della Lega Mario Lolini, dopo la pubblicazione del post del consigliere comunale Pasquale Virciglio, che scriveva: “Rosy Bindi commissario in Calabria. Finalmente l’uomo giusto al posto giusto”.
“Conosco il dottor Virciglio personalmente da anni – prosegue – e so che quanto espresso non era certo un modo per denigrare, anche perché il suo impegno professionale e anche sociale parla per lui.
La battuta, chiaramente, ha avuto un’eco mediatica per cui l’aspetto sarcastico, da contestualizzare in ambito politico, è stato indirizzato volutamente su quello personale.
Fatta questa premessa, credo che sia giusto che il mondo della politica e dell’opinione pubblica prendano le distanze da commenti discriminatori e sessisti laddove lo siano nel concreto e nelle intenzioni, ma questi atteggiamenti devono essere stigmatizzati senza guardare all’appartenenza politica di chi li pronuncia. Purtroppo le regole non sono sempre le stesse e se a sbagliare è un consigliere di centrosinistra anche la stampa preferisce chiudere un occhio.
È emblematico quanto accaduto a settembre durante un comizio di Matteo Renzi a Follonica in piena campagna elettorale per le regionali. Il consigliere Rinaldo Carlicchi, capogruppo di Italia Viva nel consiglio comunale di Grosseto, ha apostrofato la nostra candidata Susanna Ceccardi con il termine ‘mister’ in maniera denigratoria alla conclusione del dibattito, come testimonia un video che sta circolando sulla rete in queste ore.
Mi chiedo allora come sia possibile che nessun giornalista o nessun esponente politico abbia preso, in questo caso, le distanze. Se vogliamo davvero contrastare i fenomeni relativi alla discriminazione sessuale e alla violenza di genere – conclude – dobbiamo impegnarci seriamente perché il fair play e la correttezza istituzionale valgano per entrambi gli schieramenti e che non siano invece uno strumento o peggio ancora un’arma con cui colpire l’avversario politico per il proprio tornaconto elettorale”.