AMIATA – “I lupi non si fermano e domenica sono stati a far visita al gregge di un pastore la cui azienda si trova all’interno della riserva del Monte Labro. Questa volta però a rimetterci è stato il cane, un pastore tedesco, ben addestrato per tutelare e radunare gli ovini. Il povero cane, per difendere il gregge, ha riportato una grossa ferita sotto la gola e molte escoriazioni sul corpo”.
A parlare Mirella Pastorelli, presidente del Comitato Pastori d’Italia.
“Sul Monte Labro girano molti lupi – prosegue – e l’allevatore, grazie a queste presenze, in giro di pochi mesi ha subito ingenti danni: 20 pecore disperse e ritrovate a brandelli – per cui non ha potuto denunciarle -, e tre cani lacerati.
Viene naturale chiedere ai responsabili del parco, visto che l’azienda si trova nelle prossimità: i lavori progettati sono stati completati? I lupi e gli ibridi che dovevano essere collocati all’interno in zone separate sono ancora dentro al parco? Domande naturali, viste le perdite subite dall’azienda, che si trova per il 90% all’interno della riserva del Monte Labro e per il 50% confinante con il parco. Ubicazione che potrebbe sembrare ottimale, invece molto svantaggiata per l’azienda sottoposta a subire danni, oltre che da lupi, da daini, da caprioli, e da cinghiali, che mettono a rischio il guadagno di anni di sudore.
Il pastore ha dichiarato che sta valutando di prendere seri provvedimenti per tutti i danni subiti, che sono ben documentati attraverso foto e filmati, dimostrando cosi la cruda verità a tutti coloro che tacciano gli allevatori di danni surreali.
Serve senso di responsabilità da parte della politica verso un mondo da tutti dimenticato – conclude -, che ha dato molto perché il nome dell’Italia venisse portato su tutti i mercati internazionali”.