FOLLONICA – C’è molta apprensione in città sulla situazione alla Rsa Marina di Levante, dove tutti gli ospiti sono risultati positivi al Covid e in pochi giorni si sono registrati sette decessi. Un bilancio drammatico e il pensiero di tutta Follonica in queste ore è rivolto verso le altre 24 persone contagiate, di cui tre sono ricoverate al Misericordia di Grosseto.
Roberta Mancuso, amministratrice di condomini di Follonica, da giorni vive in prima persona un’autentica angoscia per suo marito Vincenzo, che è ospite al Falusi da cinque anni. È dal primo di gennaio che non lo vede, all’inizio per un problema di salute di lei, dopo a causa del coronavirus che ha comportato la chiusura delle strutture sanitarie e residenziali alle visite. La protezione delle fasce più deboli è stata fin dall’inizio della pandemia una priorità con regole severe anche alla Rsa Marina di Levante e l’unico modo per i congiunti di vedere i familiari nei mesi passati è stato dietro un vetro.
«Mio marito è molto emotivo – racconta Roberta – e vedermi dietro un vetro per lui è una sofferenza troppo grande. Abbiamo deciso insieme che non sarei andato a trovarlo. Ogni mattina, grazie alla collaborazione del personale sanitario, facciamo una videochiamato e ci salutiamo. È il nostro unico contatto da mesi».
Anche Vincenzo ha contratto il virus all’interno della struttura e gli ultimi giorni sono stati molti difficili, ma oggi per Roberta è arrivata una buona notizia: suo marito è tornato a camminare da solo, sta meglio. C’è speranza.
«Devo dire – sottolinea – che lui è sempre stato trattato benissimo in questi anni e devo ringraziare di cuore tutto il personale che lavora all’interno della struttura. Sono fantastici».
Il pensiero di Roberta in queste ore va alle persone che, come suo marito, vivono all’interno del Falusi, agli ospiti deceduti senza il conforto delle proprie famiglie e la consapevolezza della lontananza forzata è molto difficile da accettare, soprattutto adesso che gli sviluppi sono drammatici. Vorrebbe fare di più, far sentire a chi vive dentro la struttura, non solo la sua vicinanza, ma quella di tutta la comunità.
Con un appello si rivolge alla città e in primis al sindaco Andrea Benini con la richiesta di di una mezza giornata di lutto cittadino oppure un’iniziativa condivisa davanti alla residenza per lanciare un messaggio di vicinanza forte e diretto.
«Non è sufficiente un messaggio di condoglianza su Facebook – sostiene senza riuscire a trattenere le lacrime -. Ma cosa vuol dire? Spesso i parenti stessi degli ospiti sono anziani e non vanno su internet, non lo vedono neanche. Il lutto cittadino mi sembra il minimo che si può fare. Vorrei promuovere anche un’iniziativa pubblica in spiaggia in modo che loro possano vedere la nostra vicinanza e non solo i sacchi da cadaveri che escono da quella casa».