GROSSETO – «La pandemia ci dice che nei quattro mesi della prima ondata del virus il 40% dei decessi è avvenuto nelle strutture per anziani. Adesso ci risiamo. Rispetto alla prima ondata si è fatto ben poco per rafforzare uno dei pilastri del nostro sistema di welfare, anzi quello delle residenze è un settore che evidenzia la fragilità nelle sue fondamenta». Così si legge nella nota firmata dalla segreteria provinciale del Pci.
«In Toscana su 502 residenze 355 sono affidate ad imprese private o cooperative, 147 sono invece quelle gestite direttamente dal pubblico. La Toscana, insieme ad altre regioni, ha dimostrato la debolezza nel contenere il virus e in ogni provincia, quando prima o quando dopo, il Covid ha fatto il suo ingresso tra gli ospiti delle strutture provocando effetti devastanti tra ospiti e familiari».
«Anche la provincia di Grosseto ha fatto la sua parte. Da Semproniano a Orbetello, Roccastrada, Grosseto, e per finire, a Follonica, il virus ha seminato contagi e vittime».
«Limitarci alla solidarietà, senza riconoscere errori e perpetuare nell’immobilismo di questi mesi, sarebbe insufficiente. Certo qualcuno come sempre accuserà il PCI di speculare, di fare sciacallaggio politico perché è più facile non parlare di queste cose e scaricare su altri le inefficienze di un sistema allo sbando».
«Dobbiamo invece affrontare la realtà mettendo in campo azioni concrete per fermare un dramma sul quale non si può restare fermi a guardare e solidarizzare. Il PCI chiede meno indifferenza, più responsabilità, maggiori azioni per la tutela della dignità di quelle persone che sono vive, hanno costruito e fatto la storia di questo Paese, ne hanno diritto.
«L’ordinanza di Giani, che ha impedito le visite dei parenti ai loro cari, non è servita a fermare il contagio e la strage degli ospiti. È indubbio che il virus sia entrato nelle case di riposo solo ed esclusivamente attraverso gli operatori che, inconsciamente e senza alcuna responsabilità, sono stati i vettori del contagio».
«Per il PCI gli osannati protocolli di prevenzione probabilmente sono stati seguiti solo formalmente poiché quello che nella realtà sta avvenendo mostra l’esatto contrario. A Marina di Levante tutti gli ospiti sono risultati infetti insieme ad alcuni operatori della struttura; ci sono stati 5 morti in pochi giorni e sarebbe paradossale che qualcuno voglia illuderci che sia stato fatto tutto perché se così la situazione non sarebbe questa».
«Ad aprile di quest’anno Rossi annunciava il fallimento del sistema residenziale affidato a terzi e rilanciava il governo e la gestione del pubblico per le case di riposo. Non vogliamo credere che si sia trattato solo di uno spot elettorale, per cui invitiamo la Regione, i Comuni e le Aziende Sanitarie a mettere in atto questo proposito».
«Nell’immediato il PCI chiede, alle stesse istituzioni, che nelle strutture sia rafforzata la prevenzione, facendo eseguire almeno una volta a settimana il tampone a tutto il personale socio-sanitario, agli addetti alle pulizie, alle mense ed ai servizi di supporto che operano nelle residenze. Dovranno essere inoltre garantiti giornalmente e in quantità adeguata i mezzi di protezione individuale a tutti i lavoratori impiegati nelle case di riposo».