GROSSETO – “Bene l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sull’integrazione del Fondo competitività e sulla modifica della misura, introdotta nel Dl Rilancio, a sostegno delle filiere in crisi del settore zootecnico. Recepite così le nostre richieste”.
A dirlo è Cia-Grosseto che, sulla scia di quanto già commentato da Cia nazionale, ha così giudicato l’accordo portato a segno su tre Decreti importanti per la tenuta anti-Covid del settore agricolo e zootecnico, in particolare grazie anche allo stanziamento di 90 milioni per il 2020.
“Dobbiamo ammettere che la quota riconosciuta a ciascun allevatore non è particolarmente elevata, avremmo desiderato uno sforzo maggiore – interviene Claudio Capecchi, presidente della Confederazione grossetana –, ma recepiamo in questa intesa la volontà di non lasciare solo il settore in questo difficile momento. Altro aspetto positivo poi è il fatto che va a sostenere una filiera autoctona e pregiato della nostra terra, quella della Chianina una carne particolarmente pregiata duramente colpita dalla crisi nata dalla pandemia”.
Per Cia, nello specifico, sono positive “le modifiche sul Decreto filiere in crisi, perché permettono di rimodulare le risorse, destinandole al settore suinicolo e aumentando così gli aiuti anche per il comparto scrofe e per la categoria del vitellone – spiegano dall’associazione -. A quest’ultimo, infatti, viene riconosciuto un aiuto fino a 60 euro a capo 12-24 mesi. Si tratta di comparti caratterizzati da criticità strutturali e che hanno subito i danni maggiori a causa delle ulteriori restrizioni per il canale Horeca e, quindi, per il mondo della ristorazione”.
“Ora resta strategico – prosegue Cia – procedere all’innalzamento del Quadro temporaneo di aiuti che attualmente prevede un massimale di 100 mila euro per le attività agricole. E’ necessario, infatti, spiega Cia, notificare alla Commissione un apposito regime di aiuto, diverso da quello de minimis per evitare la continua esclusione di numerose aziende e di vanificare gli interventi di emergenza”.
“Rimodulare le risorse ancora disponibili – commenta il presidente nazionale di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino – era assolutamente necessario e lo abbiamo sollecitato più volte, preoccupati per la tenuta del settore zootecnico italiano, provato dalla crisi per la pandemia, ma non ancora sostenuto da interventi consistenti ed efficaci”.