GROSSETO – “Se l’acqua è uno dei beni pubblici più importanti che abbiamo, dovremmo tenere in grande considerazione gli operai che si occupano delle manutenzioni della rete di distribuzione idrica. Del cui prezioso lavoro ci accorgiamo solo quando le condotte si rompono, e tutti attendiamo con ansia il ritorno dell’acqua”. Lo scrivono, in una nota congiunta, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.
“Molto spesso il ripristino veloce e puntuale della rete idrica implica un grande lavoro – scrivono i sindacati – L’impegno dei tecnici è molto apprezzato anche da noi ma gli operai che fanno materialmente il lavoro non possono e non devono essere considerati invisibili. Questi operai, che lavorano quasi sempre in emergenza e ad orari non canonici, soprattutto di notte e nei festivi, sono per lo più dipendenti delle ditte appaltatrici, e subappaltatrici, che lavorano per Acquedotto del Fiora Spa. Circa 250 persone fra le province di Grosseto e Siena che molto spesso intervengono a chiamata per tamponare le emergenze, chiudendo falle e sostituendo tratti di tubature, quasi sempre operando con condizioni atmosferiche avverse e in contesti pericolosi, dove si sono verificate frane e smottamenti”.
“Ricordiamo a tutti che attualmente ci sono diversi modi di approcciare il problema della reperibilità dei lavoratori adibiti al ripristino della rete idrica – aggiungono Fillea Cgil-Filca Cisl-Feneal Uil – Molti di loro, tuttavia, non riscuotono l’indennità di reperibilità, semplicemente perché il contratto collettivo nazionale dell’edilizia non lo prevede come istituto, demandando l’accordo alle parti (datori di lavoro e lavoratori). In alcuni casi l’accordo sull’indennità di reperibilità tra azienda appaltatrice e dipendenti è stato trovato, in altri c’è perché vigono contratti che prevedono la reperibilità”.
“Come sindacato unitario delle costruzioni – prosegue la nota – vogliamo tutelare soprattutto quei lavoratori che lavorano nelle aziende che non lo hanno contrattualizzato, tramite un accordo aziendale. Non basta l’auspicio che questo avvenga. Dobbiamo fare di più. Questa giungla normativa non è più accettabile, e per questo chiediamo che sia il committente – cioè Acquedotto del Fiora Spa – a prendere un’iniziativa chiarificatrice, sottoscrivendo un accordo quadro con le organizzazioni sindacali più rappresentative per modificare i capitolati d’appalto e garantire i lavoratori. Introducendo l’obbligo per le ditte appaltatrici di corrispondere l’indennità di reperibilità ai propri dipendenti, qualora ne ricorrano le condizioni. Responsabilità del committente e attuazione per via contrattuale dell’istituto giuridico della reperibilità, infatti, costituiscono a nostro avviso principi di valore assoluto. Che vanno garantiti per tutelare il lavoro buono e di qualità”.
“Non possiamo accettare – concludono i sindacati – che non vi sia un etica del lavoro su questo argomento e né tantomeno accettare reperibilità selvagge senza un accordo contrattuale che preveda il riposo compensativo, il limite mensile di quanta reperibilità debba fare un operaio e un equo compenso per l’impegno giorno/notte e festività. Ognuno di questi lavoratori ha diritto ad avere una accordo trasparente per non ledere la sua dignità e della propria famiglia”.