GROSSETO – “Dal momento che la Asl Toscana sud est non ha segnalato i rischi sanitari derivanti dalla movimentazione, trasporto e deposito a Pietratonda (Campagnatico) di oltre mille tonnellate al giorno di un rifiuto che tra pochi mesi può essere definito cancerogeno, il Forum ambientalista ha già segnalato nelle Osservazioni1 presentate in Regione la nuova classificazione in vigore, che definisce cancerogeni i materiali contenenti concentrazioni di Tio2 superiore all’1%”.
A scriverlo, in una nota, Roberto Barocci del Forum ambientalista Grosseto.
“Abbiamo anche segnalato che tali limiti vanno riferiti ai fanghi in uscita dallo stabilimento Venator – prosegue – e non ai gessi rossi in quanto quest’ultimi sono ottenuti dopo la miscelazione con la marmettola proveniente da altre attività industriali e secondo le norme2 : “La declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso di un rifiuto”.
Queste preoccupazioni sono confermate dalla stessa Venator, che lo scorso 5 novembre ha pubblicato le previsioni3 del terzo trimestre, come prassi per le aziende quotate in borsa. Nel penultimo capoverso allo stesso documento leggiamo: “Dichiarazione cautelativa relativa alle dichiarazioni previsionali […]. Queste dichiarazioni previsionali sono soggette a rischi, incertezze e altri fattori, molti dei quali sono al di fuori del controllo di Venator, che potrebbero far sì che i risultati effettivi differiscano materialmente dai risultati discussi nelle dichiarazioni previsionali, […] inclusi l’aumento delle normative sulla produzione, l’etichettatura e lo smaltimento dei rifiuti e la classificazione del TiO2 come cancerogeno nell’UE […]”.
L’incertezza è dovuta alla prossima emanazione dei regolamenti attuativi della nuova disciplina di classificazione del biossido di titanio che devono essere prodotti prima del settembre prossimo, come anche richiesto da Brett Pinker4, portavoce del Titanium Dioxide Manufacturers Association (presieduta dal manager della Venator), il quale ha affermato che nonostante l’approvazione del regolamento CE ci sono alcuni aspetti che devono essere chiariti, in particolare se si applica solo ai rifiuti contenenti l’1% o più di TiO2 sotto la forma di polvere respirabile o in tutte le possibili forme (liquidi, miscele…).
In conclusione – prosegue -, mentre i produttori dei gessi rossi sono preoccupati e segnalano incertezze per le loro future attività, sembra inverosimile che alcuni responsabili della salute pubblica siano indifferenti a dove e come queste enormi quantità di materiali verranno movimentati e depositati, se alla Bartolina, o alla Vallina o a Pietratonda. Inoltre un “buon padre di famiglia” aspetterebbe qualche mese prima di decidere sul futuro del proprio territorio”.