GROSSETO – La decisione della Regione Toscana di procedere verso il rinnovo delle concessioni per il commercio ambulante è stata molto apprezzata da Anva Confesercenti, l’associazione di categoria che rappresenta i venditori ambulanti.
«In un anno così difficile, anche a causa del Covid – afferma il presidente provinciale Simone Zippilli – è uno strumento che ci da un po’ di certezza. Questo significa anche che abbiamo lavorato bene rispetto ai vari tavoli a cui abbiamo partecipato, e questo ha portato a risultati soddisfacenti».
Confesercenti chiede «risposte certe al commercio su area pubblica». Anche perché le concessioni per il commercio ambulante scadranno il 31 dicembre 2020: e questa sarebbe un’ulteriore spada di damocle rispetto ad una situazione già drammatica. «La Regione si è mossa bene. Appare invece immotivato il ritardo del Governo dopo che varie sono state le proposte presentate da parte delle Regioni italiane, che hanno seguito la strada che la Toscana ha aperto».
Poi Zippilli torna a parlare dei problemi legati agli stop imposti dal Covid. «Non ci siamo fermati, stiamo operando per tornare al lavoro, almeno per quelle categorie merceologiche che, secondo Dpcm, possono restare aperte».
La chiusura dei mercati (ad esclusione dei banchi alimentari) ha infatti comportato lo stop forzato per tanti commercianti. «Non si capisce perché se certe merci possono essere vendute nei negozi, questo non possa essere fatto dai commercianti ambulanti. Ancora una volta si penalizza una categoria che ha già pagato tanto durante il primo lockdown».
La normativa prevede infatti che i banchi possano svolgere il proprio lavoro, ma non nell’area mercatale, bensì in “forma itinerante” ossia spostandosi da una piazza all’altra «Cosa tra l’altro vietata, ad esempio nel comune di Grosseto».
Confesercenti chiede «prospettive certe ad un settore che da lavoro ad intere famiglie. I mercati sono luoghi tra i più sicuri visto che si svolgono all’aria aperta. Se si aggiunge l’applicazione delle norme stabilite nei protocolli di apertura, il rischio è veramente ridottissimo».
«Le imprese devono ripartire e possono farlo in completa sicurezza, come hanno dimostrato da maggio». Per questo Confesercenti chiede la riapertura delle aree mercatali, «non solo per il settore alimentare, ma anche del comparto non alimentare per le merceologie consentite ai negozi in sede fissa dal Dpcm (ovvero piante e fiori, abbigliamento e calzature per bambini, articoli sanitari…); e successivamente, l’apertura completa a tutti gli altri settori, con le necessarie accortezze e nel pieno rispetto dei protocolli».