MANCIANO – «La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che cade ogni 25 novembre, è stata istituita per denunciare e combattere la violenza di genere» afferma Lucio Niccolai, presidente sezione Anpi di Manciano che interviene in merito alla proposta del comune di Manciano. «Le manifestazioni promosse da associazioni di volontariato e amministrazioni pubbliche sono occasioni importanti per sensibilizzare, su questi temi, l’opinione pubblica e riflettere su una realtà che, purtroppo, interessa ogni comunità».
«Stravagante, allora, è apparsa la proposta dell’Amministrazione comunale di Manciano di utilizzare la cadenza del 2020 indicendo un concorso online, solo su FB, “per premiare una figura femminile nel comune di Manciano, che si è distinta per opere e azioni” una gara squalificante e poco rispettosa della dignità femminile “paragonabile – ha commentato un cittadino – al tiro alla fune o all’albero della cuccagna nelle sagre paesane di un tempo”».
«Una scelta davvero poco felice e assolutamente incongrua rispetto ai temi della giornata. E sì che argomenti per ragionare sulla violenza contro le donne, anche a livello locale, non sarebbero mancati, specialmente quest’anno – prosegue Niccolai -. Solo pochi giorni fa, ad esempio, una Consigliera comunale è stata pesantemente attaccata su FB con toni razzisti e misogini, specchio di una realtà di arretratezza e pregiudizi, troppo spesso tollerata e giustificata, e l’Amministrazione comunale non si è neppure degnata di esprimerle formalmente la propria solidarietà: poteva essere questa l’occasione per rimediare».
«Oppure, si poteva pensare di organizzare una bella giornata di studio, obbligatoria la partecipazione per gli stessi amministratori, dedicata a un’analisi testuale della canzonaccia “Faccetta nera” cui qualcuno di loro, “distrattamente”, ha posto un plateale segno di approvazione proprio nel giorno della Liberazione nazionale, senza che nessuno degli altri abbia ritenuto opportuno dissociarsi. Una giornata dedicata ai crimini di guerra italiani in Etiopia, alle violenze e agli stupri perpetrati contro le belle abissine alle quali il fascismo prometteva di dare “il nostro Duce e il nostro Re”, da concludersi con la lettura ad alta voce di alcuni articoli di quella Costituzione repubblicana su cui pure, anche i nostri amministratori, hanno giurato. Il tutto, ovviamente, a distanza, in ottemperanza alla situazione attuale di blocco».
«Eppure positive esperienze della gestione di questa giornata non sono mancate in passato. Da anni un’importante organizzazione di volontariato, l’Associazione “Olympia de Gouges” – che per l’occasione non sembra sia stata neppure consultata – opera nel nostro territorio gestendo uno sportello di ascolto, attraverso il quale offre supporto e aiuto alle donne che hanno subìto o rischiano di subire violenza, anche quella quotidiana e familiare, meno appariscente ed evidente».
«L’Amministrazione comunale, invece, inventandosi per l’occasione un inesistente assessorato alle Pari opportunità, ha voluto trasformare questa giornata in una farsa che evoca sgradevoli ricordi del ventennio, quando si premiavano le fattrici di più figli da destinare alla guerra o quelle che battezzavano i loro bambini con il nome del Duce» continua l’Anpi.
«E allora, provocatoriamente, l’Anpi – da sempre custode dei principi costituzionali, tra i quali oltre all’antifascismo vi sono l’uguaglianza di genere e l’inviolabilità della persona – ha messo in campo il nome di una donna partigiana: Mariella Gori che, all’età di 16 anni, ha partecipato alla guerra di Liberazione e ha combattuto per garantirci quella Costituzione che oggi in troppi insultano e calpestano. Non certamente per farle avere un premio, che magari non avrebbe neppure voluto, ma per trasformare questa farsa in un’occasione per parlare di lei, per farla conoscere, per tornare a chiedere che le sia dedicata una strada. Queste sono le donne che ci piacciono, il nostro modello di riferimento, donne coraggiose, che trovano la loro strada, anche sfidando le convenzioni sociali, e che combattono per tutti, uomini e donne, senza bisogno di premi in improvvidi concorsi ideati per attirare facile consenso».