MANCIANO – “Apprendiamo con disappunto e forte preoccupazione l’intenzione della Regione Toscana di tagliare il servizio di guardia medica notturna, in riferimento alla possibilità di reperire risorse mediche per il contrasto al Covid-19”.
Sono queste le parole del consigliere delegato alla sanità del Comune di Manciano, Luca Giorgi e tecnico del soccorso sanitario, sulla riorganizzazione della medicina generale, da parte della Regione Toscana, con l’adozione di un regime a 16 ore della figura della guardia medica escludendo le ore notturne, dalla mezzanotte alle 8, nell’ambito della continuità assistenziale. “Da quando è arrivato questo virus – continua Giorgi – sembra che siano scomparse tutte le altre patologie e sappiamo benissimo che non è così, anzi, spesso si aggravano. Questo taglio, che prevede la sospensione del servizio della guardia medica, dalla mezzanotte alle ore 8, desta forti preoccupazioni. Perdere la guardia medica in un comune come Manciano è un disservizio inaccettabile per tutta la cittadinanza. È proprio durante le ore notturne che il cittadino ha più bisogno di un consulto medico o di visita a domicilio, anche per banali sintomatologie o patologie come una semplice influenza”.
“ Con questa ordinanza regionale – prosegue – chiunque di notte abbia bisogno di una visita medica, sarà costretto a ricevere solamente un consulto telefonico, senza possibilità di una visita in presenza. Il nostro territorio è popolato prevalentemente da anziani che sarebbero costretti così, nel cuore della notte, a spiegare via telefono un malore, una sensazione, una patologia, senza la possibilità di essere visitati. Oppure, ancor peggio, chiunque si senta male è obbligato a salire sulla propria auto, a proprio rischio e pericolo, e recarsi al pronto soccorso più vicino, oppure, aspettare un’ambulanza ordinaria, e non di emergenza, per farsi accompagnare in ospedale. Tutto questo è intollerabile. Secondo l’ordinanza regionale numero 107 – continua Giorgi – il 118 dovrebbe sopperire al servizio notturno delle guardie mediche”.
“Una grande assurdità –incalza – perché così facendo il servizio 118 sarà costretto a sottrarre risorse mediche, infermieristiche e dei volontari del soccorso, per provvedere ai servizi che venivano erogati naturalmente dalla guardia medica. In un territorio come il nostro, dove la popolazione viene assistita per le emergenze sanitarie da una sola ambulanza del 118, che può essere medica o infermieristica, verrebbe, quindi, utilizzato il solo mezzo per una semplice febbre e magari verrebbe lasciato scoperto un caso più grave (per esempio un arresto cardiaco, un ictus)”.
Sulla stessa linea si pone il sindaco di Manciano, Mirco Morini: “Questa scelta di ‘tagliare’ nelle ore notturne il servizio di guardia medica non è concepibile, soprattutto per un territorio con tante frazioni e una viabilità rurale che sfiora i 400 chilometri. Il nostro territorio – continua il sindaco -, dal punto di vista morfologico, è già molto complesso e articolato. La superficie è molto estesa, i centri abitati sono molto distanti gli uni dagli altri e sono presenti moltissimi poderi e strutture ricettive ubicati nelle campagne. Togliere la guardia medica nelle ore notturne significherebbe andare ad intasare e a caricare di lavoro i pronto soccorso, in un momento buio come questo, caratterizzato da una epidemia in corso da mesi dove, invece, sarebbe stato il caso di programmare l’assistenza sanitaria di prossimità”.
“Ricordo che la rete territoriale delle guardie mediche e del 118 ha proprio lo scopo di fare da filtro agli ospedali, inviando nei nosocomi le persone con patologie che non possono fare a meno di un ricovero – conclude Giorgi – Per non parlare del periodo estivo, dove la guardia medica svolge un corpulento lavoro direttamente sul territorio, visto il grande afflusso turistico. Nel pieno dell’emergenza da Covid, i servizi non devono essere tagliati ma semmai potenziati. Sarà mia cura portare questa problematica all’attenzione del prossimo incontro con la conferenza zonale della sanità. Mi auguro che la Regione rifletta su questa delicata questione, e la invito a rivedere il piano sanitario, cercando di tenere conto di quelle realtà che sono state penalizzate in tutti questi anni”.