AMIATA – “Le problematiche sul taglio del bosco, emerse per prime in Amiata e poi estese a tutta la Toscana, sono state portate dalla Lega sul tavolo del presidente della Regione Eugenio Giani. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha imposto l’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica delle Belle Arti, il gruppo consiliare del Carroccio ha depositato una mozione in cui chiede a Giani di attivarsi con il Governo e nella Conferenza Stato-Regioni per ridurre nell’immediato i contenuti ed i tempi richiesti per l’autorizzazione, in modo da salvare la stagione di lavoro in corso, ed individuare i correttivi necessari per modificare la legge, tutelando le imprese forestali la cui sopravvivenza è a rischio”, affermano dalla Lega.
“In campagna elettorale mi era fatto carico del problema sollevato sul Monte Amiata – afferma il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi – e appena arrivato a Firenze mi sono attivato con il nostro gruppo consiliare. Una vicenda che tocca direttamente la nostra economia, tanto che sia le associazioni di categoria degli artigiani, che degli agricoltori, che la stessa Anci hanno sollevato la problematica. Questo mi fa pensare e sperare che non resteremo soli neppure in Regione e che la nostra istanza possa essere accolta”.
“La Lega – proseguono dal Carroccio -, oltre che con Ulmi, più volte era intervenuta sul tema. L’onorevole Mario Lolini ha presentato un’interrogazione al ministro Teresa Bellanova, dalla quale non ha ancora avuto risposta. Sul Monte Amiata si sono fatti sentire la locale sezione del Carroccio ed alcuni consiglieri comunali. Sono infatti centinaia le imprese della provincia di Grosseto, ed oltre tredicimila dell’intera Toscana, ad essere a rischio”.
“Come Lega di Grosseto – conclude il consigliere regionale maremmano- anche nel passato abbiamo denunciato gli scempi avvenuti con un tagli scellerati in aree di pregio naturalistico, ma non è il caso della maggior parte delle aziende che da decenni operano sui nostri territori e che lo fanno nel rispetto dell’ambiente. Nella mozione abbiamo specificato come il mancato taglio comporti il degrado e l’abbandono del patrimonio forestale regionale favorendo, in alcune zone, l’abbandono delle aree rurali, ma anche come l’interpretazione della norma sui Siti di importanza comunitaria, non tenga conto della differenza tra gli interventi di pura coltivazione delle aree boscate e quelli che, per estensione e caratteristiche, possono modificare in modo sensibile o compromettere il paesaggio”.