AMIATA – “21 importanti sigle del settore forestale italiano, rappresentanti del mondo scientifico, tecnico, operativo, della certificazione della gestione forestale sostenibile e delle popolazioni di montagna, hanno scritto una lettera rivolta ai ministri Teresa Bellanova e Dario Franceschini, al governatore delle Toscana Eugenio Giani e agli assessori regionali competenti per esprimere forte contrarietà rispetto ad un parere della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo che, di fatto, blocca la gestione a ceduo dei castagneti del Monte Amiata”.
A scriverlo, in una nota, l’Ordine dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Grosseto.
“Secondo i firmatari della lettera – proseguono dall’ordine -, tale parere è da considerare profondamente errato nel merito, in quanto non tiene in dovuta considerazione le caratteristiche culturali, ecologiche e socio economiche locali, ma anche scorretto nel metodo adottato per esprimerlo, poiché realizzato attraverso una trascrizione letterale di parte di una nota di una locale associazione ambientalista, senza il coinvolgimento e il parere di esperti.
Secondo i firmatari, il parere della Soprintendenza è contrario a quanto definito dalla Convenzione europea sul paesaggio, dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio e addirittura dal Piano paesaggistico della Regione Toscana, che annovera tra le sue prescrizioni proprio quella di promuovere “un equilibrato e sostenibile utilizzo dei sistemi forestali, con particolare riferimento ai castagneti per paleria dei versanti meridionali e orientali del Monte Amiata e alle utilizzazioni dei querceti collinari”.
La paleria da vigna, uno dei principali prodotti di questi boschi, è tra l’altro alla base di un altro paesaggio locale storico e tutelato, ovvero quello delle colline vitate, dove i pali di castagno fungono da tutore delle piante di vite e sono elementi caratterizzanti del paesaggio toscano (e non solo) che le normative europee, nazionali e locali vigenti tutelano e vogliono conservare.
Questo parere è considerato estremamente dannoso per le conseguenze interpretative e applicative che può scatenare.
Il blocco del ceduo – concludono – rischia infatti di innescare processi evolutivi che porterebbero in tempi brevi alla perdita del paesaggio rurale tradizionale dell’area in esame e, proprio in un grave momento di crisi economica a seguito dell’emergenza sanitaria legata al Covid19, di mettere a rischio centinaia di posti di lavoro in aree già di per sé marginali e svantaggiate”.
La lettera è stata firmata da:
SISEF – Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale
UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia
CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Foreste e Legno
CNR – Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia
CONAF – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali
FEDAFT – Federazione regionale toscana degli Ordini provinciali dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali
Fondazione Symbola
PEFC Italia – Programme for the Endorsement of ForestCertificationschemes
Pro Silva Italia
Foresta Modello delle Montagne Fiorentine
Mediterranean Model Forest Network
Comitato Alberitalia
Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare
AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali
CIA – Agricoltori Italiani
Federforeste – Federazione Italiana delle Comunità Forestali
Confagricoltura – Confederazione Generale dell’Agricoltura
CONAIBO – Coordinamento Nazionale delle Imprese Boschive
Compagnia delle Foreste
DREAm Italia