MASSA MARITTIMA – “La chiusura dei bar, ristoranti e l’uccisione dei pub è una cosa scandalosa per l’intero sistema economico del paese, visto che i contagi maggiormente sono in aumento tra il domicilio familiare e con i trasporti su automezzi. Così si mettono in ginocchio i commercianti e i negozi che grazie all’ora dell’aperitivo possono cogliere l’occasione per poter sfruttare la passeggiata serale”.
A scriverlo, in una nota, la Segreteria Pci Colline Metallifere.
“Penalizzare un settore che fa da traino ad una già compromessa difficoltà – prosegue il Pci – è uccidere le piccole realtà che spendono già molto e con estrema fatica dando un servizio di qualità, professionalità e danno anche occupazione.
Con la chiusura di queste attività si alimenta il terrore a non uscire, ne soffrirà anche l’indotto. Le attività collaterali saranno comunque costrette a tenere luci accese nella speranza che qualcuno voglia uscire per bisogni emergenti e i fornitori vedranno calare gli ordini.
Tutte le misure emanate sono state adottate per adeguare i locali alle norme e, se qualcuno non le rispetta, tutti non possono certo pagare.
La guerra contro il virus, ancora presente, va combattuta senza mettere ko il sistema produttivo.
Forse erano meglio maggiori controlli e lo stimolo, se non proprio una forzatura, ad un maggiore senso civico dei cittadini evitando di strozzare l’economia perché non si risolve il problema.
Inoltre si doveva tenere conto anche delle differenze tra i territori e della presenza di focolai attivi per disporre chiusure mirate a zone dove sussistevano effettive condizioni di pericolo per la diffusione del virus.
Stessa cosa vale per le palestre dove la situazione risulta assurda e contraddittoria poiché nel precedente decreto si invitavano le strutture ad adeguarsi alle norme e, dopo appena una settimana, se ne decide la chiusura.
Ultimo appunto è quello sugli enti locali che poco più di una decina di giorni sulla richiesta di Giuseppe Conte di valutare misure restrittive sui territori se ne sono lavante le mani rimandando il problema al governo ed ora che ha provveduto si rivoltano ancora perché non condiviso.
Riteniamo questo tipo di politica istituzionale estremamente sbagliata.
Gli amministratori locali ed i sindaci, in quanto autorità sanitarie e le aziende sanitarie, dovrebbero assumersi la responsabilità e gestire, nelle loro realtà, restrizioni perché se si scarica tutto sulle misure nazionali queste non possono essere che quelle che si apprendono dai vari dpcm.
Facciano sentire la loro voce – conclude il Pci – e si assumano le responsabilità che gli competono per il proprio ruolo”.