GROSSETO – “Il sindaco di Grosseto annuncia un’altra azione muscolare da parte delle forze dell’ordine con tanto di cani molecolari, con l’obiettivo, tra gli altri, di combattere lo spaccio nelle scuole”.
A parlarne, in una nota, Michele Bottoni, segretario di Radicali Maremma.
leggi anche
“Nulla di nuovo sul fronte della ‘guerra alla droga’ anche nella nostra città – prosegue -, ma non si capisce come si possa continuare a credere e a farci credere che queste pratiche abbiano il benché minimo effetto, quando addirittura non siano uno spreco di denari pubblici e nocive nei confronti della psicologia dei ragazzi.
La stessa Direzione nazionale antimafia ha addirittura affermato: ‘Davanti a questo quadro, che evidenzia l’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se, in un contesto di più ampio respiro […] sia opportuna una depenalizzazione della materia‘.
Fuori da queste mura la realtà internazionale ci racconta che non soltanto il proibizionismo è ormai riconosciuto come un sistema inefficace e controproducente, ma soprattutto nei paesi dove si applicano politiche di riduzione del danno, depenalizzazione o legalizzazione, si sono raggiunti risultati eccellenti nel decremento dei consumi, negli introiti fiscali e nell’alleggerimento del lavoro dei tribunali e del sistema penitenziario. Basti pensare che con il 31,3% dei detenuti recluso per violazione delle leggi sulla droga, l’Italia continua ad essere il paese del Consiglio d’Europa con il più alto numero di condannati in via definitiva per reati di questo tipo.
Come Radicali crediamo che sarebbe ora di avere un approccio più scientifico e meno ideologico all’argomento e la campagna MeglioLegale.it che portiamo avanti da anni nasce e si sviluppa proprio per questo; prevenzione significa dialogo, confronto, informazione e formazione, non la criminalizzazione di ragazzi che invece di una sbronza hanno deciso di fumarsi una canna.
Non trattiamo i ragazzi come se non avessero spirito critico o non fossero in grado di notare le contradizioni del nostro tempo – conclude -, spiegando ad esempio che l’abuso si combatte con la consapevolezza e non con la paura e che la funzione educativa della scuola non può essere sostituita o delegata alle forze dell’ordine, vittime anche loro di un sistema fallimentare”.
Rispetto a questa posizione, Francesca Scopelliti, si dissocia dalla posizione espressa da Bottoni: «L’antiproibizionismo non c’entra niente – ha detto la Scopelliti – con il contrasto alla criminalità e con l’impedire che uno spacciatore venda la droga ai ragazzi».