FOLLONICA – «Lo sport non deve morire». È stato questo l’appello delle persone presenti questa mattina al sit-in di protesta in zona industriale. Le palestre della città, riunite in un’associazione, che era già nata durante il lockdown in primavera, si sono dichiarati tutti uniti contro le chiusure delle proprie attività come stabilito dall’ultimo decreto ministeriale. L’iniziativa è stata supportata anche da numerosi clienti che hanno partecipato alla protesta.
«Per noi – ha spiegato Gabriele Stefanelli, gestore della palestra Iron Club – ottobre è un mese fondamentale, questo per noi è il periodo di lavoro più importante. Dover chiudere ora è come chiudere uno stabilimento balneare ad agosto».
La rabbia dei gestori è tanta, ognuno conta uno staff di numerosi collaboratori e dipendenti. Sono posti di lavoro per ora sospesi senza sapere se saranno risarciti, così come gli abbonamenti dei clienti che per la loro natura coprono un periodo piuttosto lungo, di solito sono trimestrali o semestrali. Come potranno essere rimborsati?
Gli esercenti ribadiscono anche che le palestre sono dei luoghi sicuri e che oltre ad avere la necessità di un indennizzo per sopravvivere, vorrebbero tornare al loro lavoro.
«Con quale criterio è stato deciso che non siamo un settore essenziale? – si chiede Stefanelli -. Lavoriamo sulla salute delle persone, spesso ci arrivano i clienti su indicazione del medico, magari con problemi di sovrappeso o di pressione alta. Noi siamo qui – conclude – per far sentire la nostra voce, ma soprattutto per il rispetto dei nostri clienti. Lo sport non deve morire».